BARI - Consigli non richiesti a Elly Schlein in vista delle europee e la difesa del modello Puglia per allargare l’alleanza progressista che rischia di diventare un «campetto»: Michele Emiliano è intervenuto ieri all’Aria che tira su La7 invitando la leader dem a non candidarsi alle Europee.
«Secondo me Schlein deve ascoltare Prodi. Elly ascolta Prodi moltissimo, quindi se Prodi nella sua funzione di padre del centrosinistra le dà questo indirizzo secondo me deve ascoltarlo e rifletterci bene»: Emiliano ha invitato la sua segretaria a seguire le indicazioni dell’ex premier emiliano, che dissente rispetto alla scelta di trasformare il voto per Bruxelles in un duello con la Meloni senza poi portare in Ue contenuti e soprattutto la conseguente presenza nell’Europarlamento.
«Elly Schlein - ha argomentato Emiliano - si giocherebbe sulle Europee tutta la sua segreteria che è appena cominciata. Poi ci sarebbe un certo danno per le candidate donne, quindi io credo che alla fine Elly questa scelta non la farà». «Delle due l’una - ha aggiunto ancora il governatore - o le elezioni europee compongono un momento importante della democrazia europea e quindi chi si candida alle europee poi deve rimanere a fare il parlamentare a Bruxelles, non può utilizzarle come una conta elettorale, oppure si rischia una brutta figura. Questo vale anche per la premier Meloni». «Alla fine - ha chiosato Emiliano - ho l’impressione che Elly questa scelta non la farà» e così «creerà molti problemi a Meloni, la sua è una candidatura ipocrita, lo fa solo per schiacciare gli avversari interni alla maggioranza, ovvero Salvini e Tajani».
Poi il leader pugliese ha commentato le scintille nel fronte conservatore: «La Lega ha l’incubo di recuperare il terreno perduto, perché Fdi è diventata capace di rappresentare anche il settentrione, da qui le polemiche per le regionali. Per questo chiede di rendere più larghi i bilanci delle regioni. Per farlo irrigidisce il bilancio dello Stato. E come se il papà-Stato assegnasse l’eredità ai figli senza poi poter compensare quando ci sono eventuali necessità. De Luca sul tema attacca dicendo che quelli della secessione “asseriscono” che lo fanno per il Sud. È una barzelletta. E il governatore campano lo fa con il suo stile». E i beninformati raccontano di un incontro con il governatore campano in programma a Bari, già sabato prossimo.
Infine una battuta sul caso Puglia e sul caso Bari, presentati come un modello nelle trattative in corso a livello nazionale tra Pd e 5S: «Il campo largo non è largo? Tenga conto che nel 2020 mi sono candidato con le liste del Pd e le civiche formate da me, perché avevo Renzi e 5S contro. Poi ho fatto una campagna elettorale particolare e mi sono impegnato con gli elettori grillini a inserire in maggioranza il Movimento, se avessi vinto. Questo ha spostato molti voti sul mio nome, oltre 110mila, perché tutti quelli che non votavano centrosinistra, ma volevano farmi fare il presidente, mi hanno sostenuto». Poi nello specifico sul tavolo per il capoluogo regionale (dove i grillini chiedono un candidato fuori dai partiti per marcare una discontinuità con la giunta Decaro e nelle prossime ore si esprimeranno sulla proposta mediana costruita su Vito Leccese): «A Bari il M5S sta proponendo delle alternative che non si collegano a quelle del Pd. La regole è sempre la stessa: andare uniti, e quando non si va uniti, non bisogna rompere i rapporti. Ci vogliono candidati pazienti che non si facciano scappare la parola sbagliata al momento sbagliato», ha concluso Emiliano. Quasi un monito per gli aspiranti sindaci in campo: se non si dovesse trovare la quadra, c’è sempre la possibilità di ritrovarsi. Al ballottaggio?
L’ultima postilla: nel Pd barese si registrano nuove tensioni sulla convocazione dell'assemblea cittadina che potrebbe designare il candidato del partito.