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«Caro materiali, cantieri fermi senza proroga del decreto Aiuti», parla Brancaccio, presidente Ance

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

«Caro materiali, cantieri fermi senza proroga del decreto Aiuti», parla Brancaccio, presidente Ance

Al Sud strade e ferrovie ancora troppo carenti

Martedì 17 Ottobre 2023, 12:56

A poche ore dall’approvazione del disegno di legge di bilancio da parte del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla manovra finanziaria da 24 miliardi, è intervenuta Federica Brancaccio, la prima donna alla guida dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) e il primo presidente proveniente dal Sud Italia.

Presidente Brancaccio, cosa si aspetta da questa manovra?

«Premetto che come Ance abbiamo sempre rappresentato un’assoluta solidarietà al Governo perché è una manovra difficile per i pochi soldi a disposizione ma, ovviamente, la situazione internazionale rende lo scenario ancora più complesso: non sappiamo, ad esempio, che impatto avrà di nuovo sui rincari dell’energia e delle materie prime. Abbiamo altresì rappresentato la nostra preoccupazione per una manovra che prevede poco sulla crescita per migliorare il rapporto debito-Pil. Oltre ai soldi ci vogliono riforme, provvedimenti che tengano in piedi l’economia».

L’edilizia, è risaputo, è un settore che traina una catena molto lunga, pari all’80% dei settori produttivi. Cosa avete chiesto come Ance?

«Per il nostro settore abbiamo chiesto una proroga non della mimura del 110% per i condomini ma per quei cantieri che si trovano in uno stato avanzato di realizzazione e che necessitano di pochi mesi per completare i lavori. Non dimentichiamo che abbiamo avuto problemi di liquidità e di reperimento dei materiali, per cui alcuni cantieri hanno dovuto rallentare e il rischio che i lavori iniziati possano rimanere incompiuti con impalcatura già montate e con inevitabili contenziosi è sicuramente da scongiurare».

E il decreto Aiuti?

«Esatto, è fondamentale la proroga del Dl Aiuti che scade il prossimo 31 dicembre con misure sul caro-materiali. Il rischio è che dal primo gennaio i cantieri si fermino: ciò comporterebbe non uno stop alla crescita ma, addirittura, una decrescita».

Si prospetta per l’edilizia una nuova crisi all’orizzonte?

«Veniamo da un biennio che per l’edilizia è stato eccezionale, con un boom che ha dato un importante contributo all’aumento del Pil pari al 30%. La situazione al momento non è drammatica ma va seguita perché l’edilizia è un settore trainante, se si ferma, si blocca anche tutto il resto. In questo senso la proroga del Dl Aiuti non è una opzione e non vogliamo pensare che non arrivi».

Quanto ha inciso la riprogrammazione degli interventi del Pnrr sui lavori nel Mezzogiorno?

«Ha sottratto al Pnrr risorse decisive per il Sud che, invece, ha bisogno di grandi infrastrutture ma, anche, delle opere minori indifferibili che attengono ai Comuni. Non a caso questa riprogrammazione del Pnrr almeno in questa fase iniziale ha creato sconcerto tra i sindaci in generale».

Oggi a Bari interverrà al convegno nazionale dedicato ai «Ponti e alle gallerie italiane del Pnrr» ma il Pnrr, è pur vero, non può finanziare le strade

«Questa è stata una scelta dell’Europa che come Ance giudichiamo un po’ eccessiva. Siamo favorevoli alla transizione green, anzi ci candidiamo come attori principali per una rivoluzione positiva rispetto all’ambiente, ma non possiamo dimenticare le strade che, purtroppo, si trovano in uno stato di manutenzione terribile. Certo, se fai l’Alta capacità, devi collegarla attraverso infrastrutture viarie al resto del Meridione e qui occorre reperire le risorse per intervenire. Questo vale anche per il ponte sullo Stretto: siamo sicuramente favorevoli alla grande infrastruttura che unirà la Sicilia al resto dell’Italia, un’opera simbolica per l’intero Paese e per il Sud. Ma dobbiamo ricordare che nel Meridione la rete ferroviaria e autostradale è carente. È un gap con il resto del Paese: al Nord ci sono circa 73 chilometri di rete ferroviaria (al Sud appena 49 chilometri) per 1000 chilometri quadrati di superficie. Per la rete autostradale, al Nord ci sono 30 chilometri e 18 al Sud».

Un altro problema del Sud è la fuga dei giovani

«Il nostro Mezzogiorno sta invecchiando più del resto del Paese e, dunque, risulta fondamentale mantenere i nostri giovani. Come? Avendo una visione di medio e lungo periodo per la vocazione del Mezzogiorno che può diventare davvero il centro del Mediterraneo con strade, ferrovie, asili, scuole e Università».

Al Sud è importante una rigenerazione urbana?

«È fondamentale anche perché una volta finiti i fondi Pnrr avremo bisogno di intervenire sulle nostre città rendendole attrattive ed ecologiche. Ma serve una profondissima rivisitazione delle leggi di edilizia urbanistica esistenti. Bisogna avere il coraggio di ammodernare le regole che sono ancora quelle del 1942 e del 1978».

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