PADOVA - Il «mare a destra» se lo sono lasciati alle spalle anni fa, quando decisero di trasferirsi dalla Puglia al Veneto. Quello «a sinistra», l’Adriatico come e dove lo vede chi scende dal Nord, ogni tanto, al massimo per le vacanze, qualche visita alle famiglie e alle città di origine che nonostante tutto restano sempre nel cuore. Ma professionalmente lontani da quella regione in cui, a quanto pare senza tessere di partito (beninteso di tutti i partiti, anche quelli che contano quanto il due di picche) o mammasantissimi di peso il posto di lavoro è un terno al lotto.
Arturo Calpista di Bari, Giulio Balta di Foggia e Manuela Ingrosso di Taranto sono tre medici del Sud che operano lontano dai riflettori che invece tanto piacciono a certe latitudini.
Lavorano, lo fanno bene ed è anche merito loro se la prestigiosa rivista americana «Newsweek», ha certificato che il miglior reparto di Urologia in Italia (e ventiquattresimo al mondo) si conferma per il secondo anno consecutivo quello diretto dal prof. Fabrizio Dal Moro all’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Reparto che grazie a Calpista, Balta e Ingrosso parla anche pugliese.
Quello delle due Italie nella sanità pubblica resta un mistero. Uno dei tanti senza una spiegazione, viste anche le professionalità che operano da Roma in giù. O meglio un filo, pur «illogico», ci sarebbe, ma spiegarlo urterebbe molte sensibilità. Il mistero riguarda fatti più o meno noti. Di fatto le migliori strutture - secondo Newsweek - sono tutte nel Nord, al massimo Centro della Penisola, ma si tratta di reparti spesso pieni di medici che arrivano dal Sud. «Cervelli in fuga» da un «sistema» rimasto legato a «cancrene» che non vorremmo più vedere, ma che evidentemente resiste.
I risultati raggiunti dall’équipe «appulo-veneta» di Padova, vanno ben oltre le classifiche, con 4mila interventi di chirurgia robotica compiuti. Solo nel 2022 ci sono stati 3.400 ricoveri, 4.500 interventi complessivi e 35mila prestazioni ambulatoriali. Il 17% dedicato a pazienti arrivati da altre regioni.
Brucia però scorrere la classifica di Newsweek per notare come i cinque migliori ospedali al mondo sono negli Stati Uniti (i primi tre) e in Corea del Sud. A conferma che nella sanità italiana qualcosa non gira per il verso giusto. E se l’articolo 32 della Costituzione pone la salute come diritto fondamentale per ogni individuo, brucia ancora di più considerare che per ora, al Nord il diritto resiste, al Sud per molti (non per tutti) è un’esile speranza.