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Uil Università e Ricerca: «Il contratto? Una farsa»

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Uil Università e Ricerca: «Il contratto? Una farsa»

Bombardieri: troppi rinvii e poche garanzie per i lavoratori

Mercoledì 02 Agosto 2023, 11:36

In tutta Italia ci sono oltre un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori della scuola, delle Università, degli Enti di ricerca e dell’alta formazione artistica e musicale: 100mila tra ricercatori e personale amministrativo.

Per loro, nei giorni scorsi, è stata firmata presso l’Agenzia per la rappresentanza delle Pubblica amministrazioni (Aran) un’ipotesi di accordo del Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al periodo 2019-2021. Dopo giornate di trattative serrate, Aran e organizzazioni sindacali (tranne la Uil) hanno raggiunto un accordo che riguarda complessivamente 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenenti ai settori scuola e Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) inclusi gli 850mila insegnanti, e 77.255 lavoratori dei settori università ed enti di ricerca (esclusi i docenti).

Un contratto che, però, come detto non è stato condiviso e firmato dalla Uil, rappresentata da Attilio Bombardieri, segretario generale Uil del settore Ricerca Università Afam.

Segretario, perché non avete sottoscritto il contratto che l'Aran vi ha presentato?

«Ha detto benissimo, "il contratto che l'Aran ha presentato": non vi è stata mai una vera trattativa, come tra l'altro dovrebbe essere, ma piuttosto un'informativa, troppo spesso sui pochi temi affrontati è stato un "prendere o lasciare". Possiamo definirlo un contratto dai pochi benefici e innumerevoli svantaggi per l'intero sistema della conoscenza e della ricerca».

Quasi oltre un milione di dipendenti attendevano da diversi anni il contratto. Che tipo di contratto è?

«La Uil ha fatto una scelta netta. Lo abbiamo definito un “contratto farsa” (scaduto già da 18 mesi) dove le problematiche che coinvolgevano il personale e gli enti sono stati rinviate a sequenza contrattuale. I pochi punti normati mortificano ulteriormente il personale. Dottorandi e Assegnisti di ricerca mortificati per il rinvio del tanto atteso Contratto di Ricerca, nel Settore Ricerca Ricercatori, Tecnologi e Personale T/A non vedranno un nuovo ordinamento e vedranno sfumare le risorse ad esso destinate».

Il contratto ha stabilito di non affrontare una serie di questioni non più procrastinabili

«Esatto, è stato deciso di rinviare a sequenza, per esempio, la questione dei nostri tecnologi che da ormai troppo tempo stanno aspettando un riconoscimento delle loro attività sia in termini giuridici che economici. Non solo. Rinviato anche il contratto di ricerca, istituito per legge, che avrebbe dovuto trovare la sua regolamentazione in questo contratto. Ci verrebbe da pensare che forse questo provvedimento non sarebbe risultato di gradimento all’attuale ministro e ad alcuni Rettori».

Che sfida sarà per il sindacato riformista Uil che è sempre anche molto attento alle istanze del Mezzogiorno?

«La Uil rappresenta le persone e tutela le lavoratrici e i lavoratori. È un sindacato democratico, riformista e plurale che intende impegnarsi per superare le disuguaglianze, soprattutto quelle esistenti nel Mezzogiorno. In particolare, dovremo insistere per l'eliminazione del numero chiuso delle Facoltà di Medicina, per il diritto allo studio e per il diritto all'alloggio per gli studenti fuori sede, per il sostegno alle Università e ai territori del Centro-Sud per garantire agli studenti la possibilità di non doversi sobbarcare costi economici enormi. Per la Uil le persone vengono prima di tutto».

Cosa avete intenzione di fare prima della firma definitiva del contratto?

«Ci mobiliteremo per vedere se ci sono i margini per correggere tutte le storture che sono state fatte in questo contratto che ci hanno proposto. Faremo assemblee in tutte le città universitarie e sedi dei centri di ricerca. Saremo a Bari, al Cnr e a Foggia per spiegare le ragioni del nostro “no” a questo contratto e per diffondere quelle che sono le nostre idee. Ci piace il confronto con i lavoratori per trovare sempre un punto di incontro»

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