TARANTO - «L’autonomia differenziata è la fine dell’unità d’Italia». È tranchant, come al suo solito, Vincenzo De Luca, che risponde così alle prime domande dei giornalisti. Sono le 19,45 di un sabato sera di fine luglio in cui il vento di maestrale allontana l’afa dei giorni scorsi e il Governatore campano è appena arrivato nell’area che ospita la festa dell’Unione sindacale di base (Usb). Anzi, l’ex sindaco di Salerno è il primo a giungere alla Batteria Cattaneo in quel di Leporano, in provincia di Taranto, e così, per dare il via al dibattito, dovrà attendere sino alle 20.50 il suo omologo pugliese, Michele Emiliano.
De Luca, si sa, non usa il politichese, e a proposito della riforma del ministro leghista Calderoli, parla esplicitamente di «controRisorgimento». In termini molto concreti - prosegue - significa due cose significa due cose molto precise. La prima è che così facendo si rompe il sistema sanitario nazionale e nella seconda che si manda in frantumi il comparto scolastico del Paese. Dovremmo fare una sorta di operazione-verità visto che, purtroppo, circola ancora in Italia la teoria in base alla quale il Sud sarebbe il luogo del parassitismo e dello spreco di risorse pubbliche. Ora, per carità, ovviamente nel Mezzogiorno ci sono anche fior di farabutti e amministratori pubblici incompetenti, ma nessuno sa, in Italia, che la media pro capite della spesa pubblica nazionale - insiste su questo terreno il presidente della Regione Campania - è 17mila euro, nel Centro Nord è di 17mila euro, mentre nel Sud, invece, è 13mila euro per ogni abitante. Ogni cittadino meridionale, dunque, riceve 4mila euro in meno rispetto a chi vive da Roma in su».
E ancora, a proposito della sanità in relazione all’autonomia differenziata, De Luca la vede così: «Le Regioni ricche possono fare contratti regionali integrativi per il personale medico e per il personale sanitario, e questo vuol dire che a questo punto la sanità nel Mezzogiorno la possiamo anche chiudere visto che così avremmo - assicura il presidente della Regione Campania - un’altra ondata di emigrazione di professionisti dal Sud al Nord».
Per quel che riguarda il sistema scolastico che verrebbe compromesso dall’iniziativa del Governo Meloni, De Luca teme che «possa esserci un altro flusso di docenti verso il Nord visto che, anche in questo settore, sarebbe possibile da parte delle regioni più ricche far sottoscrivere dei contratti integrativi regionali». E dopo le critiche, robuste, arriva però la proposta firmata dal Vincenzo nazionale che si basa su due obiettivi. Quali? De Luca li elenca così: «Bisogna estendere a tutto il Sud la Zona economica speciale fino a che il Mezzogiorno non raggiunge il 90 per cento del Prodotto interno lordo delle regioni del Centro nord e poi - aggiunge De Luca - serve assolutamente un Piano per il lavoro per 300mila giovani meridionali. Poi, tutto il resto lo vediamo, ma almeno questi obiettivi vanno raggiunti».
E, infine, sulla recente rivisitazione del Pnrr decisa dal Governo, il presidente della Regione Campania non usa mezzi termini e afferma: «Per un verso - dichiara - è una grande palla, per un altro una grande truffa visto che, sbagliando, in molti sono convinti e sorridenti che ci arrivano ora 18 miliardi di euro della terza rata, ma non è così - precisa - perché hanno dato solo un primo ok, ma bisogna aspettare la riunione dell’Ecofin ovvero dei ministri dell’Economia dei Paesi europei». Poi De Luca lancia un appello ad una sorta di alleanza «tra tutti i presidenti meridionali per essere uniti e compatti. L’Italia non si salva senza il Sud».
E, dal canto suo, Michele Emiliano coglie la palla al balzo e, dal palco della festa dell’Usb, proclama: «Stasera (ieri, ndr) inizia una grande battaglia per la difesa dell’unità nazionale». E poi, subito dopo, il Governatore pugliese parla di «alleanza per l’Italia, soprattutto visto che qualcuno sta cercando di mantenere, con questa controriforma, un accordo di governo che in realtà vacilla ogni giorno e di ridurre la nostra capacità di redistribuire la ricchezza nazionale per consentire al Sud di riprendere il cammino e - aggiunge il presidente della Regione Puglia - e di sostenere l’Italia nel recupero del ciclo economico». Emiliano non ha dubbi e va giù duro: «È un errore catastrofico che, peraltro, la Ragioneria generale dello Stato ha sottolineato più volte sostenendo, non a caso, che l’autonomia differenziata costerebbe moltissimo all’Italia perché renderebbe rigido il bilancio dello Stato e soprattutto separa il Nord dal Sud. La cosa più buffa di tutte è che facendo finta di dimenticare che questa è un’idea nata - incalza Emiliano - dopo i tentativi della Lega di separare il Nord dal Mezzogiorno, adesso dicono - commenta con ironia - che lo fanno per il nostro bene. Ma non vogliamo il loro... aiuto. È una follia che si sta realizzando per barattare la deriva presidenzialista con il Sud». E, infine, quando gli si chiede del Pnrr, sorridendo risponde così: «Che vi devo dire? Raffaele Fitto lo conosciamo. Che Dio ce la mandi buona».