Scintille e inevitabili tensioni nelle ultime ore prima delle primarie per la segreteria del partito democratico. Stefano Bonaccini punta alle elezioni del 2024: «Se divento segretario prendo l’impegno: fra qualche anno torniamo al governo battendo la destra alle urne e già tra un anno facciamo di tutto per essere il primo partito alle europee». Elly Schlein invita gli elettori del Pd a puntare sulla novità: «Non si va avanti con l’usato sicuro», dice in un'intervista al Manifesto. A un anno dall’inizio della guerra, il segretario uscente Enrico Letta ha guidato una delegazione del partito in visita all’ambasciata ucraina a Roma, come suo atto di congedo: «È un gesto importante - ha detto - Ho voluto testimoniare la coerenza della nostra linea: l'aggressione infame deve arrestarsi. Il Pd difende chi è aggredito».
Bonaccini ha replicato piccato all’accusa di essere «l’usato sicuro»: «Non ho mai fatto parte di alcuna corrente - ha detto - e sono stato il primo a dire che se le correnti volevano appoggiarmi io quell'appoggio non lo avrei voluto e questo ha fatto sì che veramente abbiamo sparigliato. Non è un caso che tutti i dirigenti o quasi che hanno guidato il partito non mi sostengano». Pro Bonaccini il sindaco di Bari Antonio Decaro: «Le elezioni nazionali non le ha vinte mai il Pd in questi anni, abbiamo invece Comuni, Regioni, che sono amministrati da tanti amministratori locali del Pd. E spero che questa volta il Pd sappia ascoltare la voce degli amministratori. Stefano è un amministratore, presidente di una Regione importante, ha fatto tante cose: ha la concretezza degli amministratori che sono riusciti a migliorare le condizioni di vita delle loro comunità». Poi una battuta sferzante contro le componenti dem: «L'errore che abbiamo commesso in questi anni è stato quello delle correnti che hanno rappresentato la malattia del Pd. Abbiamo pensato a candidare solo gli amici dei capi corrente. Spero che con Stefano Bonaccini questa cosa non accada mai più». Grande entusiasmo nelle dichiarazioni di Francesco Boccia, ex ministro pugliese e portavoce della mozione Schlein: «Se vince Elly cambia la storia e si unisce, per la prima volta dalla nascita del Pd grazie all'Ulivo, la sinistra italiana».
I riflettori in Puglia sono accesi sia sul dato di partecipazione (stimata dal segretario Domenico De Santis in una forbice tra i 65mila e gli 80mila) sia sull’onda di rinnovamento che si spera di coinvolgere anche con candidature giovanili. Annachiara Serio è la capolista per l’Assemblea nazionale della mozione Schlein: «Sono una studentessa dell’esecutivo della Rete della Conoscenza. Scelgo Elly perché con la sua vittoria il Pd torna ad essere un partito di sinistra. La sua proposta rimette in movimento tanti militanti disillusi con un programma contro il precariato, per l’ambiente e con le giovani generazioni al centro dell’azione del partito». Dalila Cariello: «Ho 25 anni e sono una impiegata e dg di una società di calcio a cinque femminile. Credo nei partiti e nella loro centralità. Con la segreteria di De Santis la Puglia diventa laboratorio di idee. In questo contesto voterò Bonaccini perché modello di efficienza, oltre che attenzione al welfare e ai servizi. Ci impegneremo con il nuovo Pd per il Sud e i diritti del lavoro e Lgbt».