Il teatro della prima vera tenzone di un congresso finora all’insegna del fair play è stata la Campania, dove c’è stato un frontale fra due pezzi di peso del Pd: il coordinatore della mozione di Elly Schlein, Francesco Boccia, contro Pina Picierno, che corre in tandem con Stefano Bonaccini per la guida del partito. Il primo ad accelerare è stato Boccia, commissario del Pd campano fresco di dimissioni. «Sono indignato da quello che sta succedendo a Caserta - ha detto - dove in alcuni casi non c’è praticabilità di campo». Il riferimento è al caos tesseramenti, che ha provocato il rinvio dei voti nei circoli. Emblematico il caso di Sessa Aurunca, dove c’è stato un anomalo boom di richieste di iscrizioni on line: 1.050 a fronte dei 1.200 voti ottenuti dal Pd alle ultime politiche. «Quello che è accaduto a Caserta è molto grave. Mi auguro di sentire le stesse parole da chi appoggia altri candidati», ha aggiunto Boccia, chiamando in causa anche Pina Picierno, che è campana. A Caserta ci sono i commissari da 15 anni - ha detto Boccia, senatore dem e coordinatore nazionale della mozione Schlein - in una provincia importante, una terra che ha tanta voglia di fare, tanti giovani che vogliono partecipare e si sono rotti le scatole del modus vivendi. Oliviero? E’ noto per non aver fatto campagna elettorale alle scorse elezioni politiche, ma mi occuperò di lui in direzione nazionale. Oggi dico che quello che è accaduto a Caserta molto grave. Mi auguro di sentire le stesse parole da chi appoggia altri candidati. Il governatore campano De Luca? Devono esprimersi tutti sul tema, visto che Oliviero lo ha fatto con parole sue. Sono sicuro che la collega Pina Picierno (esponente casertana dei dem, attuale vicepresidente del Parlamento europeo, ndr) gli chiederà conto, perché queste cose ci fanno male. Dobbiamo difendere la credibilità del Pd e sostenere la partecipazione, non lasciamo spazio a chi infanga il Pd».
«Per me e per la mozione Bonaccini non esistono zone di tolleranza - è stata la risposta di Pina Picierno - E dico a Boccia che usare strumentalmente questa discussione non rende onore alla battaglia per la legalità che dovremmo condurre insieme».
Per Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale della Campania, Francesco Boccia, «è stato il commissario liquidatore del Pd in Campania». «In genere un commissario viene nominato per essere super partes. Francesco Boccia non lo è mai stato. Parla di impraticabilità di campo, dimenticando che è stato lui a sottrarre il pallone della democrazia e del confronto. La sua nomina di commissario regionale aveva un unico obiettivo, quello di garantire i posti dei catapultati nazionali senza valutarne la ricaduta sul risultato del Pd. La sua «neutralità» si è ulteriormente appalesata allorquando, siamo stati costretti, in tanti, a chiedere le sue dimissioni, considerato che era già da tempo coordinatore della mozione Schlein». «Ora il confronto sul numero degli iscritti con i risultati delle politiche è solo un modo strumentale per cercare di frenare l'avanzata di Stefano Bonaccini. Queste terre, insegnano che, quando le candidature sono locali e sentite dalla base, hanno espresso percentuali altissime. Ora Boccia, alla sua quarta nomina parlamentare, si faccia un esame di coscienza e, piuttosto che minacciare di occuparsi di me, si dedichi alle ragioni politiche della sua mozione».
Lo scontro sulle tessere si è acceso mentre quello sui numeri sembrava destinato a perdere vigore. I candidati alla guida del Pd - Bonaccini, Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli - hanno firmato la tregua: dopo giorni di scontri a suon di percentuali di voti nei congressi dei circoli, di confronti fra chi fosse avanti in quella città o in quella regione, il pallino è passato alla commissione di garanzia, chiamata a gestire la comunicazione dei dati.