BARI - Addio al posto fisso di zaloniana memoria. In Puglia come in altre regioni, al Sud come al Nord, i dati sono chiari: la Pubblica amministrazione non fa più gola (quasi) a nessuno. Fino a non molto tempo fa, infatti, come il pugliese Checco Zalone insegna, c’era una vera e propria corsa al posto fisso pubblico: migliaia di persone partecipavano a concorsi per una manciata di assunzioni. Ora, invece, c’è una netta inversione di rotta. Non solo. Nelle amministrazioni centrali lo stillicidio dei dipendenti pubblici continua imperterrito.
A confermarlo è Sandro Colombi, segretario generale Uil Pubblica amministrazione: «Indipendentemente da quello che viene decantato in termini di assunzioni da Governo, ci sarà una riduzione del piano di spesa complessiva sino al 2026 di un altro miliardo di euro. Quindi, la tendenza è di continuare nella riduzione della spesa per la Pubblica amministrazione che, inevitabilmente, avrà una ricaduta sul numero dei dipendenti»
La Pubblica amministrazione è ormai diventata la Cenerentola del settore pubblico
«Nel 2001 i dipendenti pubblici del comparto Funzioni centrali (ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali) erano 330mila, quest’anno chiudiamo a poco più di 196mila. Bisogna smettere di guardare la Pubblica amministrazione con il binocolo del Pnrr. In un ventennio abbiamo bruciato quasi 135mila posti di lavoro e i cittadini credo se ne siano accorti durante la pandemia quando servivano i dipendenti pubblici. Ora, siccome ci sono da realizzare i progetti del Pnrr, la politica ha capito che il numero dei dipendenti è insufficiente ed assume a tempo determinato. L’assunzione a tempo determinato nella Pa è, però, un controsenso visto che la Pubblica amministrazione ha bisogno di lavoratori stabili e professionalmente preparati oltre che ben pagati. In tre anni un funzionario pubblico di elevate professionalità non riesce nemmeno ad imparare esattamente quelle che sono le dinamiche di una complicatissima ed eterogenea amministrazione come la nostra»...