L'aeroporto internazionale di Bari si conferma un elemento essenziale nel processo di sviluppo di un'area che, nel Mezzogiorno, si caratterizza per la sua particolare dinamicità economica. Ma, più in generale, l’inserimento del «Karol Wojtyła» nella proposta di Piano nazionale degli aeroporti 2022 tra i 14 scali di particolare rilevanza strategica (insieme a quello di Torino Caselle, Milano Malpensa, Bergamo Orio al Serio, Venezia Tessera, Bologna Borgo Panigale, Firenze Peretola, Roma Fiumicino, Napoli Capodichino, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliari), è un esplicito riconoscimento dei livelli di eccellenza raggiunti.
Il ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (Mims), infatti, da qualche giorno ha messo in consultazione sul proprio sito (fino al prossimo 21 novembre) la bozza del Piano nazionale aeroporti (Pna), elaborato dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac).
La bozza di Piano disegna è uno strumento conoscitivo degli aeroporti di interesse nazionale che rappresentano nodi essenziali per l’esercizio delle competenze esclusive dello Stato e che dovranno rispondere alla domanda di traffico fino al 2035. Il documento, dunque, è un documento di indirizzo politico e tecnico di sviluppo del trasporto aereo e del sistema aeroportuale che evidenzia oltre alle criticità esistenti, il ruolo dei singoli scali in base alla domanda di mobilità di persone e merci per realizzare la transizione ecologica e digitale del settore, aumentare l’accessibilità alle reti di trasporto di tutti i territori, riducendo le attuali disuguaglianze.
La rete aeroportuale pugliese, unica che ha definito il complesso procedimento di carattere normativo per la costituzione di un «network» recependo la direttiva Ue 2009/12, legge n. 27/2012, è composta dai quattro aeroporti della regione, ovvero Bari (Bri), Brindisi (Bds), Foggia (Fog) e Taranto Grottaglie (Tar).
Complessivamente nel 2019 la rete ha registrato 8,2 milioni di passeggeri con un bacino di utenza soprattutto pugliese e lucano.
Il profilo dell’offerta dei due maggiori scali, ovvero Bari (67% del traffico totale) e Brindisi, è simile: circa il 70% dei posti offerti sono operati da vettori low-cost, con una leggera specializzazione verso le tratte domestiche (Bds) e internazionali (Bri).
Le politiche di sviluppo future, si evince dal Piano nazionale aeroporti, sono incentrate sul consolidamento degli scali di Brindisi «Papola Casale» e di Bari «Karol Wojtyła» e sullo sviluppo degli aeroporti di Foggia «Gino Lisa» e Taranto-Grottaglie «Marcello Arlotta», il primo a supporto dei flussi turistici (anche di carattere religioso) verso il Gargano, mentre il secondo con una funzione cargo-logistica e, da ultimo con il progetto teso a realizzare in tale scalo il primo Spazio Porto europeo.
L’aeroportato di Taranto-Grottaglie rientra nella lista dei nove gli scali (Malpensa e Fiumicino che meritano la definizione di scali air cargo principali ma, anche, Venezia «Tessera», Brescia «Montichiari», Ancona «Falconara», Catania «Fontanarossa», Cagliari «Elmas» e Lamezia Terme) su cui, secondo il Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, è necessario accentrare l’attività cargo in Italia da qui al 2035.
La rete pugliese, grazie anche ai volumi demografici e turistici più elevati, risulta nel complesso più sostenibile e robusta rispetto al quadro degli altri aeroporti dell’area adriatica.
Il Piano, infine, prevede proposte per l’integrazione intermodale e, a tal riguardo, è stato già intavolato un dialogo propositivo con Rete ferroviaria Italiana per il potenziamento dei collegamenti ferroviari con gli aeroporti. Entro il 2031 saranno completati 17 nuovi collegamenti e potenziamenti, tra cui quelli di Bari e Brindisi (oltre ad Alghero, Bergamo, Bolzano, Catania Fontanarossa, Fiumicino, Genova, Lamezia Terme, Malpensa, Olbia, Perugia, Pescara, Salerno, Trapani, Venezia, Verona), che si aggiungono ai 7 collegamenti già esistenti gestiti da Rfi (Trieste, Roma Fiumicino, Cagliari Elmas, Palermo Punta Raisi, Ancona Falconara, Reggio Calabria e Catania Fontanarossa) e ad altri 6 da gestiti da rete ferroviaria regionale (Torino, Malpensa, Bologna, Pisa, Firenze e Bari).