Rincari fuori controllo anche nei prezzi di zaini, astucci, diari, quaderni, libri: l’aumento medio è del 7% rispetto all’anno scorso. In arrivo la stangata di settembre, a rendere ancora più amaro il rientro degli italiani dalle vacanze.
Caro-energia e inflazione non risparmiano il mondo della scuola. A segnalarlo è il Codacons, che ha compiuto un primo monitoraggio sui listini al dettaglio del «corredo» scolastico e ha diffuso i dati emersi.
Per uno zaino di marca si arriva a spendere quest’anno fino a 200 euro, evidenzia il Coordinamento delle associazioni che tutelano i diritti dei consumatori. Un astuccio firmato (con penne, matite, gomma da cancellare e pennarelli) tocca il picco di 60 euro, mentre per un diario la spesa sfiora i 30 euro per le marche più note. I prodotti che risultano i più costosi sono quelli firmati da influencer, youtuber, squadre di calcio e personaggi famosi, che hanno lanciato linee dedicate alla scuola, molto richieste dai più giovani. L’esborso per il materiale scolastico completo, così, può raggiungere quest’anno quota 588 euro a studente, a cui va aggiunto il costo per i libri di testo, altra voce che inciderà pesantemente sui portafogli delle famiglie italiane. La spesa complessiva, tra corredo e libri, rischia di arrivare a 1.300 euro per studente.
Secondo il Codacons, alla base dei rincari c’è il caro-energia: l’aumento dei costi che ha colpito le imprese produttrici genera effetti a cascata sul settore della scuola. A questo va aggiunta la crisi delle materie prime (carta, plastica, tessili e adesivi), che hanno subito sensibili incrementi nell’ultimo anno. Infine, pesano anche i maggiori costi di trasporto causati dall’aumento dei listini dei carburanti.
Il Codacons lancia l’allarme ma dà anche alcune indicazioni per aiutare le famiglie a risparmiare fino al 40% delle spese legate alla scuola: consiglia di non inseguire le mode e gli influencer ed evitare prodotti griffati; di non farsi condizionare dalle pubblicità martellanti; valutare le offerte praticate dai supermercati; non acquistare subito l’intero corredo; rimandare le spese scolastiche non urgenti; attendere le indicazioni dei professori per gli acquisti del materiale tecnico (compassi, dizionari e così via).
Un tema molto sentito anche dalle famiglie pugliesi e lucane, ad una ventina di giorni dalla riapertura delle scuole nelle due regioni.
Confconsumatori Puglia individua un paio di soluzioni che potrebbero alleggerire il peso di questi rincari. «Penso che lo Stato debba intervenire in modo strutturale – sostiene Antonio Pinto, presidente regionale per la Puglia di Confconsumatori -. Vedo due strade da poter percorrere per andare in soccorso delle famiglie, salvaguardare il loro potere d’acquisto: abbassare l’Iva sui beni essenziali, tra cui il materiale scolastico, in modo che ci sia un risparmio finale per i consumatori; oppure individuare le famiglie che, per fascia di reddito, hanno bisogno di sostegno e supportarle con un bonus specifico, legato alla scuola. Incentivi non a pioggia ma mirati, per le famiglie che davvero hanno necessità di aiuti».
Opzioni che al momento, secondo Confconsumatori Puglia, sono le uniche due percorribili per fronteggiare i rincari. «Non vedo altre ipotesi praticabili che possano concretamente determinare benefici rispetto al problema – continua Pinto -. È un aumento dei prezzi dovuto all'inflazione e al caro-energia e che purtroppo riguarda tutti i settori. Non ci vedo la speculazione che ad esempio ci fu vent’anni fa quando venne introdotto l’euro. Né si può pensare di imporre dei tetti ai prezzi: porterebbe imprese e attività commerciali a fallire, scatenerebbe una guerra tra poveri che è l'ultima cosa di cui in questo momento abbiamo bisogno».