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«La crisi di Governo secondo me»: parlano i leader pugliesi

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

emiliano decaro

Da Emiliano a Teresa Bellanova, parlano i leader politici di casa nostra dopo le dimissioni di Draghi

Venerdì 22 Luglio 2022, 16:13

16:15

Inizia oggi il conto alla rovescia verso le elezioni politiche di settembre. Le ultime ore convulse della caduta del governo Draghi lasciano macerie nelle coalizioni e generano grande incertezza tra i sindaci e nelle categorie produttive. Oggi la «Gazzetta» ha raccolto le opinioni dei leader pugliesi dei vari partiti che dovranno ora organizzare una campagna sotto il Solleone, con liste da preparare prima di Ferragosto. Tra accuse reciproche di «draghicidio» e prime schermaglie ideologiche, appare però ancora in definizione il quadro politico e gli schieramenti che saranno ai blocchi di partenza. Soprattutto nella Puglia celebre per le alleanze ibride.

EMILIANO

Amarezza e vicinanza al Colle nelle parole del governatore della Puglia Michele Emiliano: «Purtroppo in questa crisi d’estate l’hanno fatta gigantesca tutti quanti, hanno fatto un pasticcio enorme e hanno messo nelle condizioni il Governo e il presidente del Consiglio Mario Draghi di doversi dimettere, in un momento in cui c’erano troppe partite aperte per poter interrompere l’attività di Governo.
Immagino che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia molto arrabbiato come tutti gli italiani.
Gli italiani, del resto, tra pandemia e crisi, sono in uno stato di amarezza che sfiora l’arrabbiatura profonda. Il presidente Mattarella credo sia in questo sentimento. La mia vicinanza va al Quirinale, perché il capo dello Stato ha sempre rappresentato i sentimenti e gli interessi dell’Italia tutta, a differenza di altri».

DECARO

I timori dei sindaci sulla realizzazione del Pnrr e sull’autunno di difficoltà economiche per imprese e famiglie sono emersi dalle dichiarazioni di Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente nazionale Anci: «Ci sono temi come l’attuazione del Pnrr, le risorse energetiche, l’aumento dei costi dell’energia che c’è bisogno di affrontare con un governo stabile. Rispettiamo le scelte che hanno fatto le forze politiche e i gruppi parlamentari, ci rimettiamo alle decisioni del presidente Mattarella. Se si dovesse andare a votare a breve, speriamo che ci sia un governo stabile, indipendentemente dal colore politico, che possa interloquire con i sindaci che devono dare attuazione a quelle risorse, anche attraverso ulteriori semplificazioni delle fasi autorizzative, altrimenti non riusciremo a rispettare l’impegno di spendere le risorse entro il 2026. Rischiamo tra un mese di dover staccare l’energia elettrica della pubblica illuminazione o tra qualche mese di non poter attivare i riscaldamenti nelle scuole».

GALIZIA

Il deputato del M5S Francesca Galizia fotografa il momento politico così: «Eravamo su un percorso segnato. È stata una strada travagliata, noi 5S abbiamo fatto aperture al premier e si è creato un contro circuito. Tutti hanno la responsabilità su questa caduta del governo. Non ci aspettiamo la chiusura di Draghi sui nostri nove punti, che erano in linea con l’agenda di governo. Dare risposte sulla questione sociale è fondamentale, in previsione dei mesi di difficoltà economica per gli italiani legati al caro-energia. Salario minimo e reddito di cittadinanza dovevano essere al centro dell’attività di Palazzo Chigi. Su questi temi si lavora in campo europeo, mentre la proposta avanzata dal ministro Orlando non è stata per noi soddisfacente.
Alleanze? Saranno decise nella prossima assemblea. Per il momento il campo progressista con il Pd resta i piedi, come confermato dalle primarie in Sicilia. Vedremo l’evoluzione nelle prossime settimane».

BELLANOVA

Il viceministro di Italia Viva Teresa Bellanova interpreta con questa analisi gli scenari in movimento: «Il patto perverso tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che ha costretto Mario Draghi a consegnare le dimissioni nella mani del Presidente Mattarella, fa uscire di scena l’unica persona la cui credibilità aveva consentito all'Italia di tornare a contare nei consessi internazionali ed espone il Paese a una crisi devastante mettendo seriamente a rischio e compromettendo il solo strumento che poteva realisticamente garantire una ripresa e un rilancio. Chi per venti anni ha giocato con il finto liberalismo alla Berlusconi, costretto alla prova dei fatti non è stato in grado di reggere rifugiandosi in un corporativismo bieco e comunque non risolutivo. Ed è esemplare, seppure suicida, anche la mancata presa di distanza da parte del Pd in tutti questi mesi verso Giuseppe Conte che ha consentito a Conte e ai suoi di determinare il destino del Governo Draghi».

MELE

Stella Mele, dirigente nazionale di Fdi e consigliere comunale di Barletta: «Draghi, il presidente che è stato descritto come l'ultimo Re taumaturgo è nudo, non solo la sua maggioranza non esiste più, ma si sono svelate tutte le menzogne del metodo della grande coalizione. Un metodo che ha portato il governo a schierarsi in difesa degli interessi anti nazionali della grande finanza, del grande capitale, che ha mortificato l’economia e che è rimasto impotente davanti alla chiusura imminente degli stabilimenti italiani di Stellantis, che ha favorito la liberalizzazione selvaggia di Uber e la svendita delle concessioni balneari alle multinazionali. Il governo di emergenza nazionale che avrebbe dovuto avviare il Pnrr per far ripartire l’Italia si è rivelato per quello che è: un fallimento. Fdi aveva promesso “mai col Pd e mai coi 5S” ed è stata coerente con quanto detto. Siamo pronti ad affrontare le elezioni per andare al Governo nell’unico modo politicamente giusto, ovvero con il consenso dei cittadini».

GEMMA

L’eurodeputato Chiara Gemma di Insieme per il Futuro: «Semplicemente ha prevalso l’interesse di pochi rispetto l’interesse generale e collettivo. L’Italia, soprattutto in Europa, riveste da sempre un ruolo importante, forte, quando c’è unità e compattezza e stabilità che pare non appartengano proprio al nostro Paese. La questione elezioni: i prossimi giorni saranno decisivi, siamo già proiettati alle cose da fare dopo 25 settembre, non c’è molto da dire ancora. Le urgenze da affrontare le avevamo già ben chiare in mente. Spero si ascolti l’appello di Mattarella e si lavori con la stessa determinazione che ci aveva contraddistinto e si riprenda seriamente senza tergiversare ancora. L’Italia ha bisogno di stabilità. La nostra linea sarà in continuità con l’esperienza del governo Draghi, riprenderemo da quella Agenda che non può cadere “nella polvere”. Come ha detto Luigi Di Maio è stata una semina che, soprattutto in campo internazionale e per alcuni temi vitali per le imprese, le famiglie, il lavoro, è diventata un patrimonio di “credibilità” che non può essere disperso».

LOSACCO

L’opinione del deputato barese dem Albero Losacco: «Lega e Forza Italia hanno giocato una partita cinica e irresponsabile sulla pelle degli italiani. Usando la crisi aperta dal Movimento 5 Stelle hanno fatto cascare il Paese nella tempesta perfetta. Il Pd oggi è chiamato a uno sforzo straordinario per spiegare ai cittadini le ragioni di questa crisi e quello che noi abbiamo fatto in questi anni. Dinanzi alla più grave crisi di sempre, siamo stati l’unica forza che si è mossa sempre con spirito di responsabilità. L’unica che non ha mai messo in discussione la collocazione internazionale dell’Italia. L’unica ad aver lealmente interpretato la logica dell’unità nazionale. Adesso siamo chiamati a diventare il punto di riferimento per tutti quelli che con noi condividono l’idea di una politica responsabile, che antepone sempre l’interesse generale a quello di parte o, peggio ancora, di piccolo cabotaggio politico. E questo vale anche in Puglia. Mai come ora si avverte la necessità di un partito protagonista».

D'ATTIS

Mauro D’Attis, coordinatore regionale di Fi e deputato: «La crisi di governo è stata determinata dai 5 stelle e su questo fuoco ha soffiato il Pd di Enrico Letta. Non siamo stati noi a staccare la spina al governo Draghi: è stato Draghi ad andare via perché non ha voluto instaurare un la maggioranza senza la partecipazione dei grillini. Unica condizione, quest’ultima, posta dai partiti si centrodestra del governo. Fatta questa doverosa premessa, le elezioni subito consentiranno al Paese di avere un governo stabile in grado di assolvere ai tanti compiti e obiettivi urgenti, a partire dalla prossima legge di bilancio. Per quanto riguarda Forza Italia, siamo saldamente alleati degli altri amici di centrodestra. Una coalizione costituita da partiti che hanno tutti la stessa dignità e in cui, come ha detto il presidente Berlusconi, rivendichiamo la centralità del nostro partito. Faremo questa campagna elettorale per vincere e già nelle prossime ore inizieremo ad organizzarci con gli alleati per i collegi uninominali nella nostra regione».

MARTI

Il senatore della Lega Roberto Marti ha vissuto le convulse fasi della crisi di governo al fianco del leader Matteo Salvini: «Fino alla fine la Lega ha mostrato la propria lealtà e affidabilità a Draghi e agli Italiani. Abbiamo proposto di proseguire con Draghi il percorso di governo fino a fine legislatura con una maggioranza ampia ma senza Conte e 5S, che solo una settimana fa non avevano votato la fiducia. Non si aiuta l’Italia in un momento così delicato con gente che sta nel governo per sabotarlo a giorni alterni, che dice no al termovalorizzatore di Roma dopo averla ridotta con la Raggi ad una pattumiera. Conte e Letta hanno la piena e totale responsabilità difronte agli italiani della fine del governo. Ora la parola passa ai cittadini che il 25 settembre potranno scegliere tra la proposta politica chiara del centrodestra e quella di un Pd alla ricerca ancora di una convenienza elettorale tra Conte e Di Maio. Lo stesso Emiliano ha attaccato il Pd per aver fatto cadere il governo, conscio che sono infranti i sogni di gloria dei tanti consiglieri regionali a cui aveva promesso un collegio sicuro».

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