Onorevole Marcello Gemmato, coordinatore regionale di Fdi, si sommano in questi giorni gli effetti di una doppia crisi, quella pandemica e quella per la guerra nell’Est Europa. Come giudica le misure poste in essere finora dal governo per sostenere le categorie?
«Vedo un governo impegnato più in altro: continua con le strette relative al Covid, con il greenpass, e poi con la riforma del catasto e altri temi che poco hanno a che fare con la dura realtà che vivono gli italiani, a partire dall'aumento delle bollette di gas e luce».
In Puglia la giunta Emiliano ha subito un assestamento con l’innesto di Rocco Palese e Lopane...
«C'è un dato: le politiche di Emiliano, a prescindere da chi siede in giunta, sono fumo negli occhi e parole. Siamo di fronte a veri e propri fallimenti, come per la Sanità, che costituisce la maggiore percentuale di spreco di denaro pubblico. Gli ospedali chiudono o vengono declassati, l’assistenza territoriale è assente, cronica la mancanza di infermieri e medici».
Il caso Palese: troppo seducente Emiliano per la classe dirigente del centrodestra, o troppo poco compatto il fronte conservatore?
«Come per altri precedenti, è il caso del singolo che sceglie di seguire il vento favorevole. Professionisti che tradiscono il loro credo politico per non so quale tornaconto personale e che, magari tra pochi anni, difficilmente avranno possibilità di accasarsi altrove o di trovare realtà politiche pronte ad accoglierli o ri-accoglierli. La coerenza politica è ormai qualità di pochi».
Che destino avrà l’ospedale in Fiera a Bari?
«In tempi non sospetti FdI ha lanciato l'allarme non solo sui costi lievitati in modo anomalo -ho presentato tre interrogazioni parlamentari e chiesto l’accesso degli ispettori di finanza pubblica- ma anche sul destino della struttura. Sarebbe stato più opportuno implementare di pochi posti letto gli ospedali di ciascuna provincia, magari riaprendo i nosocomi chiusi dallo stesso Emiliano, anziché finire poi tra i peggiori scandali nazionali di sperpero di soldi pubblici. La Puglia ha poi perso la possibilità di essere punto di riferimento del commercio nazionale: la Fiera del Levante rappresentava un momento fondamentale sia per gli espositori sia per la politica nazionale; ricordo che da quell'appuntamento si lanciava la stagione politica nazionale».
Tante inchieste riguardano la Regione Puglia e i collaboratori del governatore. Che quadro emerge finora?
«La magistratura ha fatto e farà meritoriamente luce su ciò che accade nella cerchia del presidente, non intendo occuparmi di questi affari, mi limito a dire che se ciò che abbiamo visto fosse accaduto ad un presidente di centrodestra, a quest'ora probabilmente saremmo a parlare di nuove elezioni regionali».
Le prossime amministrative: quale la strategia per Taranto e Barletta?
«Una linea tatarelliana, di allargamento al civismo moderato che non si riconosce in Emiliano e nella sua “corte dei miracoli”».
Con la Lega ci sono scintille. In Basilicata Fdi è fuori dalla giunta.
«Con Carroccio e Fi i rapporti sono ottimi, solo talvolta c'è un po’ di sana competizione. In Basilicata non abbiamo ritenuto opportuno continuare l’avventura con Bardi ed abbiamo coerentemente rinunciato a ogni incarico: il governatore lucano è ultimo nel consenso dei 20 governatori, e nulla si fa per risalire la china. Serve forte discontinuità».
L'unità della coalizione?
«FdI, con Giorgia Meloni, lavora da anni per tenere compatta l'alleanza. In questi anni qualcuno ha scelto percorsi diversi, talvolta tradendo anche il proprio programma, come in Commissione sul presidenzialismo. Conta il voto dei cittadini e ora Fdi è l'unico partito di centrodestra in crescita, il primo italiano nei sondaggi».
Per le politiche del 2023?
«Siamo un partito in salute: non temiamo nulla, neppure l'avventura - chiamiamola così, romanticamente- di correre da soli. Saremmo indispensabili anche se si dovesse votare col proporzionale...».

Fratelli d’Italia: «La sanità in Puglia è al ko, Palese non potrà riaccasarsi»
Venerdì 18 Marzo 2022, 12:09