Domenica 07 Settembre 2025 | 22:31

Zes, 200 milioni fermi per un visto

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

Zes, 200 milioni fermi per un visto

Puglia e Basilicata, i due commissari nominati da Draghi senza «bollino» della Corte dei Conti. Le aziende pronte a investire grazie a incentivi e agevolazioni: ma non sanno a chi rivolgersi

Venerdì 18 Marzo 2022, 14:12

Poco meno di 200 milioni di euro bloccati per un timbro. E tante imprese interessate a investire in attesa di conoscere a chi rivolgersi. Nel paese delle emergenze, delle crisi, delle aziende che cercano di rialzarsi o ampliarsi, le Zone economiche speciali da 5 anni presentate come un motore di sviluppo, restano ai nastri di partenza per un visto. Le due «Zes» che ricadono in Puglia, la «Adriatica» e la «Ionica», istituite tre anni fa, sono di fatto ancora fermeper la cosiddetta bollinatura, il sigillo della Corte dei Conti alla nomina fatta dal Presidente Mario Draghi ai due rispettivi commissari, l'ing. Manlio Guadagnuolo e l'avv. Floriana Gallucci. Sul sito del Ministero del Sud, infatti, la loro nomina (e quella di altri due degli otto commissari) risulta «in corso di finalizzazione».

BOLLINI E INFRASTRUTTURE I due commissari - anche se partecipano a riunioni (come documentano le news del Ministero di gennaio, duqnue due mesi fa) - di fatto non possono ancora fare nulla per trasformare in fatti concreti quanto finora illustrato in centinaia di slides: opere infrastrutturali, incentivi alle imprese, zone franche doganali. I circa 200 milioni di lavori ricadono nelle due Zes riguardano gli 83 milioni della «Adriatica» (23 interventi) che ricomprende tutte le province pugliesi (tranne Taranto) oltre il vicino Molise; e i 108 milioni per la Ionica (Taranto e la Basilicata), per i 9 interventi previsti. Circa il 60% di tali finanziamenti riguardano la Puglia dove le due opere di maggior rilievo sono quelli del Porto di Manfredonia (41 mln) e del Porto di Taranto (50 mln).

CREDITI E AGEVOLAZIONI Una straordinaria opportunità di rilancio e sviluppo per quei territori ricomprese nelle Zes che vedono molte aziende (non solo locali ma anche multinazionali) pronte a scommettere mettendo a disposizione anche i propri capitali beneficiando delle occasioni derivanti dagli incentivi fiscali, tra cui il credito d'imposta che va dal 45% concedibile per le piccole imprese, al 35% per le medie, al 25% per le grandi, con un limite massimo per ciascun intervento di 100 milioni di euro, rispetto, tetto raddoppiato rispetto ai 50 inizialmente previsti. Il beneficio si estende anche all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti, anche mediante contratti di locazione finanziaria.

In Puglia, le aree interessate dalle due Zes, totalizzano una superficie complessiva di circa 4500 ettari, di cui solo 3mila ricadono in quella dell'Adriatica. All'interno di tale perimetro, l'altro vantaggio che fa gola o alle imprese, è la zona franca doganale che comporta una serie di agevolazioni sui dazi delle merci. In tal caso due aree sono state già individuate a Taranto e a Brindisi, mentre a Bari potrebbe essere riattivato l'iter della zona franca per l'Interporto.

ITER SPEDITI E DEROGHE Ma una impresa che vuole investire in area Zes a chi deve rivolgersi? Per ora a nessuno, o meglio potrà farlo dopo che partirà la struttura commissariale, in attesa del famoso bollino. La norma sulle Zes prevede iter acceleratori ridotti (un terzo per quelli che prevedono aspetti ambientali), una autorizzazione unica mediante presentazione della istanza allo sportello unico digitale (modello Suap) e i commissari potranno anche andare in deroga al Codice degli appalti. Ma se per ora manca anche una sede (forse la Zes Adriatica andrà alla Camera di commercio di Bari), facile immaginare come una opportunità rischi di trasformarsi in una iattura.

LA SCOMMESSA DEL MINISTRO - La storia della Zes è stata costellata da una serie di passaggi, normativi, iniziati nel 2017 e proseguiti sino a fine 2021, passando attraverso il decreto semplificazioni (fine maggio) e il il Pnrr: una cucitura meticolosa di una serie di passaggi tecnici che, grazie al lavoro svolto dal ministero per il Sud, Mara Carfagna, hanno reso più armoniosi alcuni passaggi per evitare che quello snellimento di procedure non si tramutasse in realtà nei soliti laccioli che portassero invece al blocco di investimenti. Nei prossimi giorni a Dubai presenterà proprio le opportunità di investimento delle Zes meridionali.

CONTATORE E SCADENZE Fatto sta che è partito il contatore dei termini degli adempimenti previsti dalle norme quadro: il primo di questi scade il 31 marzo ed è l'analisi ambientale sui singoli interventi, atto che dovrebbe toccare al Dipartimento della Coesione in assenza dell'insediamento dei due commissari (che comunque starebbero lavorando). Entro il 31 dicembre del prossimo anno le opere dovranno essere cantierizzate e gli interventi conclusi entro il 30 giugno 2026. Ce la faremo? Dobbiamo.

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