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Puglia, «La macchina di Lerario riempita con i regali degli imprenditori»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Puglia, «La macchina di Lerario riempita con i regali degli imprenditori»

La requisitoria dell’accusa per le tangenti all’ex capo della Protezione civile: «Gli appalti della Regione venivano spartiti tra un gruppo di ditte amiche»

Mercoledì 24 Maggio 2023, 08:45

BARI - Nelle ore immediatamente precedenti all’arresto in flagranza per mazzette, l’ex capo della Protezione civile pugliese Mario Lerario incontrava imprenditori che gli riempivano la macchina «di regalie natalizie, cestini, bottiglie, champagna, quant’altro, mazzette, manzette, taglio di carne pregiata...». La requisitoria del procuratore aggiunto Alessio Coccioli, nel processo con il rito abbreviato in cui a marzo Lerario è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per corruzione, fa emergere alcuni dettagli dell’inchiesta sugli appalti dell’emergenza. Inchiesta partita dall’appalto dell’ospedale Covid in Fiera del Levante e che virò improvvisamente, il 23 dicembre 2021, con l’arresto in flagranza dopo la consegna di una mazzetta da 10mila euro da parte del coimputato Luca Leccese, a sua volta condannato a 4 anni.

«Per la prima volta in 25 anni di carriera ho visto la bustarella», ha detto Coccioli che per Lerario aveva chiesto la condanna a sei anni «Forse siamo stati anche fortunati, ma sicuramente ci siamo molto dedicati per avere dalle 9 di sera del 22 dicembre 2021 alle 10 di mattina del 23 dicembre 2021, quindi in nemmeno 12 ore, per avere due mazzette, perché di questo dobbiamo parlare».

L’indagine era nata «da un po’ di tempo (...) su fatti riguardanti la realizzazione della struttura dell’ospedale Covid in Fiera». Le cose sono precipitate dopo quell’intercettazione all’antivigilia di Natale. «Era il 23 dicembre - ha messo a verbale Coccioli davanti al gup Ferraro -, ricordo che per raggiungere la caserma della Guardia di Finanza c’era il delirio di auto per la strada, dovemmo fare la staffetta perché io dovevo andare alla Finanza perché avevo fermato l’auto del dottor Lerario subito dopo aver visto» dalle telecamere installate nell’auto la consegna della tangente. «Era necessario però effettuare la perquisizione del mezzo, mi recai personalmente alla Finanza dove predisposi il relativo decreto di perquisizione. Mi comunica la Finanza che nei giri che in quei giorni stava facendo, il dottor Lerario stava incontrando una serie di imprenditori. Questi imprenditori... niente di male, anche se già a vederla così non è tanto bella da dirsi, riempivano la macchina di Lerario di regalie natalizie, cestini, bottiglie, champagna, quant’altro, mazzette, manzette, taglio di carne pregiata (...)». La manzetta, quella dell’intercettazione del 22 dicembre che ha fatto il giro d’Italia, con altri 20mila euro nascosti nel pacco della carne consegnato dall’altro imprenditore Mottola (tutt’ora a giudizio): «Un taglio di carne pregiata di due chili e mezzo che alle 20 e qualcosa del 22 dicembre il Mottola comunica alla moglie di aver comprato, e alle 21,03 comunica di aver consegnato la manzetta e la mazzetta al dottor Lerario».

Gli appuntamenti, dunque, erano molti. «Faceva comunque questi giri, incontrava un po’ in giro per la Puglia, perché a Terlizzi incontra il 22 dicembre il Mottola, il 23 dicembre nei pressi della Fiera incontra Leccese, altri imprenditori aveva incontrato sempre al di fuori degli uffici della Regione in via Gentile dove peraltro si fanno due bonifiche». Il riferimento è ai due operai che hanno eliminato alcune delle microspie messe dalla Finanza negli uffici di Lerario: «Io ho fatto...

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