La civiltà culturale di una nazione si misura dal tasso di pluralismo e dalla predisposizione a cogliere le ragioni dell’altro da sé. In un’Italia che coltiva sotto traccia le divisioni arcaiche della guerra civile mai sopita, può essere utile - per rafforzare il valore della convivenza civile - scandagliare l’editoria anti-conformista senza i pregiudizi da farisei, animati da chi ha costruito una notorietà e anche un piccolo-grande reddito sull’onda della più deprecabile contrapposizione ideologica.
«I grandi scrittori? Tutti di destra»: questo il titolo di un articolo che Giovanni Raboni - non proprio un identitario - scrisse sul Corriere della Sera del 27 marzo 2002. Rilevava che «moltissimi tra i protagonisti o quanto meno tra le figure di maggior rilievo della letteratura del ’900 siano collegabili a una delle diverse culture di destra». Da questa opinione autorevole, e senza addentrarci nelle svariate sfumature della parola “destra”, partiamo per indicare una serie di segnalazioni di libri fuori registro da trasformare in potenziali doni di Natale espressamente per spiriti liberi.
Una casa editrice al femminile, la De Piante, ha mandato in stampa due piccoli gioielli: È inutile che io parli, una antologia di scritti di Ezra Pound, curata da Luca Gallesi (ricostruisce anche la vicenda dell’intervista Rai di Pier Paolo Pasolini al gigante americano), e la raccolta epistolare Per un mondo meno ladro, con gli scritti di Berto Ricci, direttore de L’universale, che riposa nel Sacrario d’Oltremare di Bari (è stato il maestro sempre compianto di Indro Montanelli).
ItaliaStorica ha recuperato invece una biografia, Louis-Ferdinand Céline, autore amato da Raboni, curata da Maurice Bardèche, mentre solo le librerie remainder dispongono ancora di qualche copia di Una lunga incomprensione. Pasolini tra destra e sinistra, scritto a quattro mani dallo storico missino Adalberto Baldoni e dall’intellettuale progressista Gianni Borgna. Aspis, altra casa editrice al femminile, ha invece raccolto alcuni scritti inediti di Drieu in Due storie spiacevoli, curato da Marco Spada. Liberale e identitaria è la proposta di Liberilibri, che ha in catalogo il cult di Giulio Meotti, firma de Il Foglio, ovvero il saggio Il Dio Verde che demolisce senza appello la retorica green.
Passaggio al Bosco, casa editrice jungheriana diretta da Marco Scatarzi, ha dato alle stampe un libro simbolo della cultura identitaria: La rivoluzione conservatrice di Armin Mohler. Dello stesso editore anche l’interessante saggio del salentino Flavio De Marco Carmelo Bene. Il superuomo del teatro italiano, e i diari dello storico Dominique Venner (Pagine ribelli). Guardando al Medio Oriente, il Cinabro ha dato alle stampe La croce celtica e la mezzaluna. Storia segreta dei rapporti tra neofascismo italiano e mondo arabo-islamico dal 1950 al 1990, uno studio di Andrea Oro sui rapporti tra gli eredi della Fiamma e il Sud del Mediterraneo.
Le immagini di guerra che colonizzano gli schemi televisivi riportano alla memoria l’eroismo di Almerigo Grilz, il primo report italiano morto in contesto bellico nel dopoguerra, nel 1987 in Mozambico: La marcia dei ribelli (Spazio InAttuale editore), curato da Pietro Comelli, riunisce i diari di viaggio del giornalista triestino del 1986 e 1987 tra Filippine, Afghanistan e Africa.
Uno dei libri discussi in queste settimane è stato la biografia di Corneliu Zelea Codreanu, L’Arcangelo trafitto, di Carlo Sburlati: questa pubblicazione ha avuto negli ultimi trent’anni decine di riproduzioni non autorizzate nel mondo ed ora torna nei canali tradizionali con Idrovolante. Una chicca: nel volume c’è anche una foto - datata 1970 - della grande Gina Lollobrigida ad un evento-presentazione del libro, con Sburlati. Sempre Idrovolante ha pubblicato un inedito di Yukio Mishima, Seta e Astuzia, romanzo che evidenzia la potenza narrativa di un autore che viene definito il D’Annunzio giapponese.
Per inquadrare la questione immigrazione in letteratura sono preziosi due romanzi: L’estate dei fantasmi dell’anarco-fascista Lawrence Osborne per Adelphi, e Il campo dei Santi, opera profetica del francese Jean Raspail (reperibile nelle edizioni di Ar o di Signs Publishing). Il primo è un affresco delle debolezze della gioventù globalista rispetto alla questione migranti con una deriva noir che passa anche dalla Puglia, mentre il secondo è l’allegoria di un'invasione nichilista già debordante nelle banlieue parigine.
Quattro indicazioni fuori sacco finali: La vita avventurosa di Julius Evola di Andrea Scarabelli, Memoria viva di Alain de Benoist (il più importante filosofo delle “nuove sintesi”), entrambi per Bietti, La gaia incoscienza di Nuccio Bovalino per Luiss edizioni, una guida nella giungla simbolica del tecnopotere al tempo di Musk, e Un giorno di questi (Rubbettino), un romanzo “di ossessioni e mancanze” scritto dal più originale autore meridiano, Marco Ciriello, sulla vita controvento del giornalista anti-camorra Giancarlo Siani.
















