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Brindisino uccide due imprenditori nel Bresciano e poi si toglie la vita

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Brindisino uccide due imprenditorinel Bresciano e poi si toglie la vita

Mercoledì 04 Aprile 2018, 16:11

06 Aprile 2018, 09:54

di Stefano Rottigni)
MILANO - La confisca dei suoi beni, conti correnti, auto, e gli immobili riconducibili alla società di famiglia. E’ stata questa ossessione, ancor più della condanna a oltre sei anni nel 2007 per associazione a delinquere e ricettazione per furti di mezzi industriali e materiali, che ha albergato in tutti questi anni nella mente di Cosimo Balsamo, 62 anni, nato a Ceglie Messapica (Brindisi) ma da decenni nel bresciano, sposato, con due figlie. Questa ossessione lo ha trasformato nell’assassino di due persone prima che si uccidesse, dopo aver seminato il terrore in tutta la provincia di Brescia.

Già nel 2011 aveva minacciato un giudice che aveva disposto la confisca di un suo immobile, mettendogli nel cestino della bicicletta undici tra cartucce da fucile e proiettili di pistola e aveva patteggiato la pena a Venezia. Dal punto di vista giudiziario aveva anche cercato di farsi revocare la confisca, chiedendo la revisione della sentenza e aveva provato a farsi derubricare il reato da ricettazione a furto. Furto per il quale era stato condannato un complice, James Nolli che, invece, la confisca l’aveva evitata: Nolli, come l’imprenditore Elio Pellizzari, è morto sotto i colpi di Balsamo, mentre è stato ferito anche un altro uomo presente nell’azienda di Pellizzari.

Il 9 gennaio scorso, in un climax di esasperazione, Balsamo era salito su una tettoia del Tribunale di Brescia, minacciando di suicidarsi. I suoi avvocati e le forze dell’ordine l’avevano convinto a desistere. L’esasperazione di credersi vittima di un’ingiustizia dal giorno della condanna nel processo per la cosiddetta Banda dei Tir che aveva spadroneggiato nei primi anni 2000 in tutto il Nord Italia non si era sopita ed è esplosa.

Così come quella di Claudio Giardiello che il 9 giugno del 2015 fece fuoco in tribunale a Milano, uccidendo un giudice, un avvocato e un ex socio. Il reato era un altro, bancarotta, ma la violenza, selettiva nei confronti di coloro che accusavano di aver rovinato loro la vita, la stessa. L’epilogo è stato diverso: Balsamo si è tolto la vita, Giardiello la trascorrerà in carcere. 

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