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«Arca, appalti
venduti per soldi»

 
 «Arca, appalti venduti per soldi»

Chiusa la prima fase dell’inchiesta sull’ex dg Lupelli. Ma ci sono altre gare nel mirino

Lunedì 02 Aprile 2018, 09:36

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - L’ex direttore generale di Arca Puglia centrale, Sabino Lupelli, avrebbe venduto alcuni appalti per le case popolari in cambio di denaro e buoni benzina. La Procura di Bari ha chiuso le indagini sull’ex manager, ai domiciliari dal 5 dicembre, sui due costruttori Antonio Lecce e Massimo Manchisi e sull’imprenditore Dante Mazzitelli, tutti accusati a vario titolo di corruzione. Ma l’inchiesta va avanti, con i due nuovi stralci che coinvolgono l’ormai ex assessore regionale Filippo Caracciolo e il commissario dei Consorzi di bonifica, Alfredo Borzillo: ci sarebbero altri episodi di presunta corruzione su cui la Finanza sta continuando a raccogliere elementi.

Il provvedimento firmato dal pm Savina Toscani contesta i tre episodi già noti. Lupelli avrebbe ricevuto «denaro e altre utilità» da Manchisi in cambio del «via libera» al pagamento di riserve per 709mila euro sull’appalto per la costruzione di case popolari al quartiere Sant’Anna e dell’affidamento diretto di opere aggiuntive per 880mila euro su un fabbricato di San Girolamo. Lupelli avrebbe invece ottenuto buoni benzina e «una somma imprecisata di denaro» dall’altro costruttore Antonio Lecce, la cui impresa ha realizzato lo studentato di Mungivacca: l’impresa - sempre secondo l’accusa - sarebbe stata pagata nonostante la «presenza di gravi vizi ed irregolarità nella procedura».

L’accusa per l’imprenditore Dante Mazzitelli riguarda invece la consegna a Lupelli di un orologio «del valore di circa 20mila euro» in cambio della liquidazione del saldo dei lavori eseguiti a Carbonara. Mazzitelli ha spiegato che si trattava invece di un orologio da 145 euro, un «Marco Mavilla» smaltato, rileggendo i contenuti di una intercettazione ambientale nell’ufficio di Lupelli in senso opposto rispetto all’accusa. Spiegazioni che sembrerebbero non aver convinto la Procura. «Riteniamo - dice l’avvocato di Mazzitelli, Nicola Quaranta - che l’equivoco sia talmente evidente da poterlo chiarire già in sede di udienza preliminare».

Le indagini, come detto, stanno proseguendo. La scorsa settimana i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria sono tornati nella sede dell’Arca per acquisire documenti relativi ad altri appalti: starebbero cercando di chiarire il ruolo di alcuni funzionari dell’Agenzia, per stabilire la legittimità degli atti di pagamento.

Lupelli è stato ascoltato e pedinato per settimane. È proprio seguendo l’ex direttore generale che gli investigatori si sono imbattuti nel consigliere regionale Caracciolo, accusato di corruzione e turbativa d’asta per aver tentato di favorire Manchisi nell’aggiudicazione dei lavori da 5,8 milioni per la nuova scuola media di Corato, prospettando al presidente della commissione di gara, Donato Lamacchia (dirigente dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta) la possibilità di un trasferimento presso l’Arpa e ricevendo a sua volta da Manchisi la promessa di «aiuto elettorale». L’accusa sta passando al setaccio la procedura dell’appalto di Corato, nella quale sarebbero emerse una serie di irregolarità. Caracciolo ha rassegnato le dimissioni da assessore regionale proprio all’indomani della perquisizione ordinata dalla Procura.

L’ulteriore filone riguarda poi Borzillo, anche qui con l’ipotesi di corruzione. Un imprenditore che gli sarebbe stato «presentato» da Manchisi avrebbe garantito «un aiuto elettorale» (Borzillo era candidato alle Politiche per la lista «+Europa»), in cambio - sospetta la Finanza - dell’aggiudicazione di un appalto. Anche Borzillo ha subito un a perquisizione, insieme all’imprenditore, mentre entrambi si trovavano nella sede barese del Consorzio: l’ex segretario provinciale di Forza Italia è convinto «di poter dimostrare l’estraneità alle accuse».

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