MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Una assemblea straordinaria per approvare le variazioni statutarie licenziate martedì dalla giunta regionale. Poi un rinnovo della governance, che vedrà un consiglio d’amministrazione con cinque componenti, ma non prima di aver azzerato l’attuale cda: con le dimissioni (su richiesta della Regione) del presidente Nicola De Sanctis e del consigliere Carmela Fiorella, che faranno dunque decadere anche il vicepresidente Nicola Canonico. È questa la soluzione immaginata dal presidente Michele Emiliano per Acquedotto Pugliese, da tempo al centro di tensioni interne (con le polemiche che hanno spaccato il cda) e esterne, con la tensione tra azienda e sindacati che nei giorni scorsi ha coinvolto anche la Regione.
La modifica dello statuto è ufficialmente motivata con il contenuto del decreto Madia, che - di fronte a «specifiche ragioni» di adeguatezza organizzativa - consente di ampliare i board delle società pubbliche fino a cinque componenti. La Regione aggiunge a questo la garanzia del rispetto della parità di genere, oltre che i requisiti di «onorabilità, professionalità e autonomia» previsti per le aziende quotate, e manterrà invariato il costo complessivo annuo dell’organ amministrativo. Ma con l’allargamento a cinque intende, anche, allargare l’alveo del management alla gestione dei rifiuti: dopo l’ingresso (al momento temporaneo) in Sia, tramite la controllata Aseco, Aqp continuerà infatti a sviluppare questa linea di business.
La partita del nuovo cda non è stata definita, e comunque se ne riparla dopo le elezioni. Ma chi sta seguendo da vicino il dossier ipotizza come molto probabile l’ingresso di Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco di Bari, fino a poco tempo fa bandiera di Forza Italia e ora in asse con il presidente Michele Emiliano: un avvicinamento che nelle scorse settimane ha creato molti malumori anche nel centrosinistra. Il destino dell’attuale presidente Nicola De Sanctis, che ricopre anche l’incarico di direttore generale ma che era arrivato a Bari per fare il presidente, è tutto da stabilire. La Regione dovrà poi trovare due donne in ossequio al criterio della parità, ma l’avventura di Canonico e Fiorella sembrerebbe ormai al capolinea: con il primo, fino a poco tempo fa un fedelissimo di Emiliano, i rapporti si sarebbero deteriorati sul tema delle candidature alle Politiche.
Nelle ultime 48 ore il «no» del cda (con De Sanctis messo in minoranza) al rinnovo di 24 contratti a tempo determinato mediante il ricorso a una procedura in deroga (è stato raggiunto il termine massimo di tre anni) ha fatto scattare l’ennesimo caso politico. È dunque intervenuto Emiliano in prima persona, rassicurando i lavoratori interessati sulla prospettiva della stabilizzazione (al momento preclusa per via di un divieto alle assunzioni a tempo indeterminato sancito dal decreto Madia). Il cda ha così deciso di presentare un interpello all’ufficio provinciale del lavoro per capire se è utilizzabile la deroga assistita (si firma un accordo sindacale e si concede un altro anno). Ma negli ultimi mesi il cda ha litigato su tutto, a partire dalle deleghe sugli appalti. E dunque Emiliano ha deciso per l’azzeramento.