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Bari, torna libero dopo 25 anni
il boss Monti della città vecchia

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

Bari, torna libero dopo 25 anniil boss Monti della città vecchia

Monti (a destra) con il boss Capirati

«Mimm u'biund» è stato luogotenente di Antonio Capriati ed è stato condannato per l'omicidio di Vincenzo Rafaschieri avvenuto sul lungomare nel 1994

Martedì 20 Febbraio 2018, 13:44

21 Febbraio 2018, 12:34

NICOLA PEPE

BARI - Il primo abbraccio alla moglie Tiziana da uomo libero per Domenico Monti, alias «Mimmu u' biund» uno dei capi storici dei clan del Borgo antico. Alla soglia dei 60 anni (ne ha 59), il noto pregiudicato, un tempo luogotenente del boss Antonio Capriati, coinvolto in diversi processi che hanno caratterizzato i clan cittadini (da Capriati a Strisciuglio), condannato per l'omicidio per l'omicidio di Vincenzo Rafaschieri avvenuto sul lungomare di Bari il 17 maggio del 1994 di cui fu ritenuto il mandante, è uscito stamattina dal carcere. Condannato all'ergastolo, nel 2000 riuscì a ottenere la commutazione della pena a 30 anni, spianando così la strada a quel meccanismo di premialità che di fatto decurtano un certo periodo a quel fine pena tanto attesa soprattutto da chi ha vissuto un quarto di secolo tra le sbarre. Stempiato con i capelli un po' più corti rispetto al suo caschetto che lo ha ritratto nelle foto della cronaca dell'epoca, giacca scura, Monti ha riacquistato la libertà incontrando la moglie e la sorella.

«Mimm u'biund», dopo il blitz del 1991 che portò all'arresto dei boss storici della mala barese, affiancò Mariolino Capriati che però scelse la strada della collaborazione con la giustizia diventando il primo pentito dalla mala cittadina barese. Ma in quel periodo, in cui si andavano affermando anche i Laraspata - gruppo sanguinario poi smantellato da un blitz nel 1996 - Bari finì al centro di una vera e propria mattanza. Monti, quindi, fu accusato del delitto Rafaschieri Rafaschieri: il pregiudicato morì in ospedale tre giorni dopo l’agguato. E In precedenza era sfuggito a due tentativi di omicidio: durante uno di questi, nel dicembre 1993, rimase ferita per errore anche una ragazzina.

L'omicidio di Rafaschieri, maturato all’interno del clan Capriati, fu compiuto sul lungomare di Bari, in piazza Diaz, mentre il pregiudicato stava arrostendo della carne sulla brace insieme ad altri amici per festeggiare l’onomastico di uno di loro. Il delitto suscitò molta impressione nell’opinione pubblica perchè fu compiuto tra la gente in luoghi frequentati da famiglie con bambini.

Il nome di Monti è saltato fuori anche in una inchiesta sulle perizie psichiatriche compiacenti: Monti, ricoverato per lungo tempo nella clinica psichiatrica II del policlinico di Bari, secondo una impostazione dell'accisa dell'epoca (intorno al 2004) sarebbe stato sottoposto ad un presunto trattamento di favore attraverso il meccanismo di certificazioni ritenute dall'accusa non veritiere e in questo modo avrebbe evitato per qualche tempo il carcere. 

Mimmo u'biund è anche il papà di Davide Monti, giovane rampollo dei clan della città vecchia: fu preso all'età di 12 anni con una pistola addosso. Già dalla tenera età, il suo futuro era stato ormai tracciato.

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