GIANLUIGI DE VITO
Due imprenditori, forse tre. E sul tavolo l’«ipotesi spezzatino»: la fabbrica dove la «Tua Industries» aveva localizzato il progetto, fallito, di costruire minicar elettriche, potrebbe essere divisa in due parti. Magari anche in tre. In modo da ospitare tre investitori. Forse è questo l’unico modo con il quale provare a far uscire l’ex Om dalle secche nelle quali è stata ricacciata più di sette anni fa. Dal fallimento di «Tua Industries», la Regione (leggi: Leo Caroli e la Task force occupazione) è all’angolo. E con essa anche i 184 operai, per i quali è stata già avviata la procedura del licenziamento collettivo, visto che figuravano nel libro paga della «Tua».
Prima di gettare la spugna, Caroli tenta l’impossibile. E cioè far sedere un gruppo di imprenditori baresi al complicatissimo tavolo di chi deve comprare da un curatore fallimentare. Domani, 16 febbraio, è il giorno entro il quale la task force occupazione deve verificare la sussistenza di eventuali offerte d’acquisto, su mandato del curatore della procedura fallimentare Alessandra Giovetti. Caroli ha già avuto contatti e colloqui con imprenditori noti e che operano in segmenti di mercato importanti, ma che non possono assicurare progetti di reindustrializzazione dai grandi numeri. E allora l’ipotesi di dividere l’area in due, se non tre, potrebbe alla fine risultare una via d’uscita possibile.
Stando ad alcune indiscrezioni, raccolte proprio tra i corridoi della Regione, il credito maggiore all’interesse d’acquisto è dato soprattutto alla candidatura del patron di «Carton Pack». È una realtà produttiva condotta dalla famiglia Leone, che nella zona di Rutigliano ha insediato e sviluppato dal 1970 stabilimenti e laboratori di ricerca per sviluppare e realizzare packaging alimentare e imballaggi ortofrutticoli ad alte prestazioni. Parliamo di un’azienda con un fatturato di 68,5 milioni di euro, 253 dipendenti e una produzione ad alto contenuto tecnologico con capacità di trasformare nelle classiche confezioni di plastica e film trasparenti quattromila tonnellate all’anno di polipropilene e ottomila tonnellate all’anno di polietilene tereftalato. I Leone potrebbero essere interessati a una sponda barese per chiudere un ciclo della produzione.
Tutto liscio? Beh, no. Perché lo sbarco barese dovrebbe avvenire comunque accollandosi quel che resta di «Tua»: il progetto per un quadriciclo e il prototipo (esposto in Fiera a settembre scorso) custodito nella «Tesco Go» di Chiari. Difficile che il «signore» degli imballaggi tragga un utile da prototipo e progetto. Magari ci sarà qualcuno interessato. Certo è che è naufragafata miseramente l’«idea» di una minicar prospettata allora da un fondo americano che garantiva leva economica alla produzione e che fece innamorare il governo Renzi tanto da arrivare a un accordo di programma con la «Tua» nel 2016. E non ha scatenato gli appetiti di nessuno, nemmeno quando la «Tua» ha provato un matrimonio col fondo russo Renova. Perché dunque pensare che la vendita di quel progetto (con relativo prototipo) possa interessare ora? Insomma chi subentra non sa che farsene del progetto minicar. La porzione ghiotta è il capannone, anzi i due fabbricati, ora sotto custodia del Comune di Modugno.
Il problema è che «Carton pack», come tutti gli altri eventuali investitori interessati per entrare in fabbrica devono vincere un’asta, la cui base di partenza è di 200mila euro: sono i soldi che il curatore fallimentare ritiene necessari per garantire l’eventuale liquidazione (Tfr) ai 184 operai, sul libro paga della «Tua» fallita, al termine di un altro anno di cassa integrazione.
Difficile però che ci sia un investitore disposto ad assorbire 184 lavoratori, sia pure con 200mila euro ci sia la possibilità di entrare nello stabilimento. «Carton Pack», per esempio, ha fissato l’asticella delle assunzioni a 90 operai, non uno di più.
Anche l’altro imprenditore interessato all’acquisto non si caricherebbe l’intera pattuglia dei 184. Ne assorbirebbe solo 50. L’imprenditore di cui parliamo è Giuseppe Carmosino, della Carmosino Industry, azienda attiva nella tasformazione dei rimorchi e già insediata nella zona industriale di Bari-Modugno. Anche qui c’è un ostacolo grosso da superare. Perché stando alle indiscrezioni raccolte nei corridoi dell’assessorato regionale al Lavoro, Carmosino avrebbe manifestato l’interesse solo per una porzione dell’ex Om, e cioè per un quarto dell’insediamento dismesso: un’operazione da 8 milioni di euro che andrebbe in porto però solo con l’aiuto eocnomico di 6 milioni tra Regione e Invitalia (ministero dello Sviluppo economico).
A meno di ripensamenti dell’ultima ora, Carton Pack e Carmosino Industry dovrebbero essere dunque due dei nomi che domani Caroli potrebbe acquisire ufficialmente per poi comunicarli al curatore fallimentare che ha già avviato la procedura di vendita all’asta. Sapremo solo domani se i due vorranno partecipare o no. Se la vendita all’asta dovesse andare deserta, i 184 verrebbero licenziati, a quel punto non ci sarebbe nemmeno bisogno dei 200mila euro per l’eventuale «liquidazione» dopo l’anno di cassa integrazione. Tutto però si complicherebbe e si allungherebbe nel tempo.
A meno che non si stia pensando nel frattempo a una soluzione «spezzatino»: l’area dismessa viene divisa a seconda delle esigenze di ciascuna azienda interessata e Regione e Ministero finanzierebbero non uno ma due, se non tre, progetti di reindustrializzazione.