di ENRICA D'ACCIO'
BITONTO - Dopo i giorni del piombo, delle lacrime e della vergogna, Bitonto volta pagina ed entra nel top ten delle città italiane della cultura. Ieri, la commissione del ministero dei Beni culturali ha reso note le 10 finaliste in corsa per il titolo di città italiana della cultura 2020. Bitonto, unica città pugliese, è in lizza insieme ad Agrigento, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Il team di super esperti del ministero, guidati da Stefano Baia Curioni, ha dato fiducia al progetto di candidatura presentato dall’amministrazione comunale di Michele Abbaticchio, che punta sulla cattedrale romanica, sulla collezione Devanna della galleria nazionale e su un diffuso sistema di accoglienza, animazione territoriale e solidarietà, animato e realizzato da decine e decine di associazioni, artisti e piccole imprese culturali.
Oltre ai palazzi e alle chiese del centro storico, Bitonto ha scommesso sui festival di musica e sul teatro, mettendo insieme Tommaso Traetta e le tradizioni della settimana santa, la devozione popolare dei santi medici Cosma e Damiano e i percorsi enogastronomici nel segno dell’olio extravergine d’oliva. Il primo cittadino non tiene a freno l’entusiasmo e l’orgoglio: «In questo momento non ho parole, perché a volte il cuore non te le lascia: Bitonto è tra le dieci città della bellezza e dello sviluppo economico culturale. Quando ci pensai mi diedi del pazzo da solo. Il nostro obiettivo è stato raggiunto. L’Italia finalmente conoscerà la capitale della cultura del riscatto. Sono felice per tutti i bitontini».
Dopo aver sbaragliato la concorrenza di altre 21 città, Bitonto si appresta ora al rush finale. Già nelle prossime settimane, il sindaco dovrà volare a Roma per presentare in audizione al ministero la sua idea promozionale di città. In palio, una dota da un milione di euro che servirà per offrire al mondo intero l’offerta culturale e turistica della città rimasta finora nel cassetto. Nel frattempo, però, albergatori, ristoratori e operatori culturali si sfregano le mani.
Il passaggio in semifinale assicurerà un discreto ritorno in termini di immagine e introiti turistici. Ne è convinto anche il deputato barese Pd, Alberto Losacco: «La cultura rappresenta il migliore strumento per sconfiggere la violenza e il sopruso. Adesso incrociamo le dita e speriamo che questa finale, che già è un traguardo importantissimo, possa darci ancora belle notizie».