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Regione Puglia, dopo 20 anni
rinnovata la legge sulla caccia

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Basilicata, il Tar cancellail calendario della caccia

Martedì 05 Dicembre 2017, 19:20

BARI - Dopo quasi 20 anni di attesa la Regione Puglia ha rinnovato il quadro normativo riguardante la caccia, risalente al 1998, adeguandolo alle leggi sopravvenute e alle direttive dell’Unione europea. Le nuove norme in materia di protezione della fauna selvatica omeoterma e di tutela e programmazione delle risorse faunistico-ambientali hanno passato positivamente l’esame del consiglio regionale, che ha approvato con 32 voti a favore ed 8 astenuti il relativo disegno di legge.

Il ddl predisposto dalla giunta regionale ed emendato con le proposte dei consiglieri Donato Pentassuglia (Pd), Giandiego Gatta (Fi), Gianluca Bozzetti (M5S) ed Enzo Colonna (NaS), è diretto ad offrire un quadro di riferimento certo e aggiornato alle esigenze attuali per tutti i portatori di interessi. Tra le innovazioni introdotte, ci sono gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) che la Regione fisserà, sentiti il Comitato tecnico regionale faunistico-venatorio e i Comuni interessati, con l'obiettivo di rispondere ad esigenze di conservazione e gestione delle specie di fauna selvatica indicate nel piano di settore. Le funzioni in materia di vigilanza saranno esercitate dalla competente Sezione regionale di vigilanza regionale.

«Un tema delicato quello della caccia, ma il lavoro fatto - ha spiegato in aula l’assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leo di Gioia, a chiusura delle dichiarazioni di voto - è positivo. La legge è un buon punto di equilibrio tra interessi, a volte contrapposti».

La Regione regolamenterà l’esercizio dell’attività venatoria con il calendario venatorio regionale, pubblicato entro il 15 giugno di ogni anno, e i periodi di caccia - è stato stabilito con l’approvazione del ddl in materia di protezione della fauna selvatica omeoterma e di tutela e programmazione delle risorse faunistico-ambientali - dovranno essere contenuti tra l’1 settembre e il 31 gennaio dell’anno. La Regione tuttavia, sulla base dei piani faunistico-venatori e previo preventivo parere espresso dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), potrà posticipare non oltre la prima decade di febbraio i termini per alcune specie.

Il presidente della giunta regionale, sempre su parere dell’Ispra, potrà autorizzare il controllo di qualsiasi specie di fauna selvatica che, moltiplicatasi eccessivamente, arrechi danno alle colture agricole, al patrimonio faunistico, alle attività e produzioni zoo-agro-forestali e ittiche, oltre che ai beni storico-artistici. Con il ddl è stata fissata anche la tassa di concessione regionale ed è stato stabilito che quota parte dei proventi dovrà confluire in un apposito fondo per far fronte ai danni non altrimenti risarcibili arrecati alla produzione agricola e zootecnica.

«Toccare questo argomento era sempre un tabù e non a caso - ha spiegato uno dei proponenti, il consigliere Donato Pentassuglia (Pd) - ci sono voluti oltre due anni per il lavoro approdato in consiglio regionale. Un lavoro faticoso, ma utile per la regione». «Non è stato facile intervenire - ha aggiunto l'altro proponente, il vicepresidente del consiglio regionale, Giandiego Gatta (Fi) - per contemperare interessi confliggenti di agricoltori, animalisti e cacciatori, ma ritengo che in tale direzione sia stato compiuto un importante passo». «Un lavoro molto importante - ha sottolineato il consigliere M5S, Gianluca Bozzetti, proponente di numerosi emendamenti al ddl - nel migliorare, nel far aderire la legge regionale anche a quella nazionale, cercando di venire incontro alle esigenze di tutti».

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