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Aqp, assunzioni e proroga
appalti: fibrillazioni nel cda

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

«Merito e investimenti   Aqp vuole cambiare»

Il presidente De Sanctis messo in minoranza, il suo vice Canonico smentisce di aver ricevuto un invito a dimettersi dalla Regione

Sabato 11 Novembre 2017, 12:30

12:40

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - L’ultimo punto controverso è stata la stabilizzazione di 24 dipendenti, su cui l’altra sera il presidente Nicola De Sanctis è stato messo in minoranza nel cda pur avendo il potere di procedere in autonomia. Ma, sullo sfondo, c’è una polemica che riguarda gli appalti, in particolare le continue proroghe in settori sensibili come i fanghi, il cloro (su cui c’è un’inchiesta giudiziaria) e per i cosiddetti cottimi. In Aqp l’atmosfera è di nuovo bollente, anche se dopo qualche giorno di agitazione ieri tutti hanno fatto un passo indietro.

«Smentisco che vi siano contrasti con il presidente Nicola De Sanctis» fa sapere il numero due Nicola Canonico, la cui opinione critica su determinati temi non è un segreto. «Condivido», gli fa eco De Sanctis riferendosi soprattutto al cda in cui è stata bocciata la stabilizzazione: solo una questione «tecnica», di nessun valore «politico». Ma che non tutto sia proprio tranquillo lo testimonia l’argomento portato da Canonico per smentire di aver ricevuto una richiesta di dimissioni da parte della Regione: «Sarebbe ben strano - dice - che a soli 3 mesi dalla nomina, senza alcuna motivazione, mi fosse richiesto di smettere di porre a disposizione di AQP gran parte del mio tempo e la mia competenza. In questi pochi mesi ho contribuito a sbloccare situazioni complesse ed ho suggerito innovazioni, come risulta inequivocabilmente dai verbali delle sedute del cda e da altri documenti aziendali».

A cosa si riferisce? In primis al tema del continuo ricorso alle proroghe, vedi la gara per lo smaltimento dei fanghi di depurazione che si trascina ormai da anni. Ma anche sui «cottimi», un servizio da 150 milioni l’anno per il pronto intervento sulla rete: i 16 lotti sono stati banditi a marzo 2015, due anni e mezzo dopo i vecchi affidamenti sono ancora in proroga. Il problema sta nella formulazione dei bandi (anche qui, di un’altra gestione), solo recentemente l’Anac ha emesso un parere che consente di procedere: su questo Canonico ha molto insistito, fatto sta che l’ennesima proroga scade a fine mese e non è detto sia l’ultima.

Sulla necessità di evitare le proroghe il management si dice però compatto, e scarica le responsabilità sui contenziosi amministrativi promettendo soluzioni rapide. La vicenda dei fanghi, anche questa del 2015 (quattro lotti, quattro offerte con identico ribasso del 3%) fu quella che convinse Emiliano a nominare il cda al posto dell’amministratore unico, con Nicola Costantino che ha poi sbattuto la porta. Quindi è saltato anche il capo degli appalti, funzione oggi svolta a interim da De Sanctis, cui il vecchio cda (quello con Lorenzo De Santis) bloccò l’assunzione del nuovo dirigente per via dello stipendio ritenuto troppo elevato.

Ora però nella partita sono entrati anche i sindacati, una parte dei quali molto interessata alle 24 stabilizzazioni. Ed è scoppiato anche il tema degli investimenti sui cui, secondo le critiche di Canonico, Aqp non sta più correndo come un tempo. Ma, anche qui, l’azienda si difende: nel 2018 - è la posizione ufficiale - l’obiettivo è di rimanere nella media degli anni precedenti, senza poter indicare una cifra perché il dato non è ancora stato comunicato nemmeno all’Autorità idrica pugliese. Esiste tuttavia un problema legato alle procedure del nuovo Codice appalti, ai ricorsi e alle proteste del territorio su alcune opere (Pilone, Martina Franca, Manduria, Porto Cesareo), ma per superare lo stallo - dice l’azienda - è stata creata una nuova funzione ingegneria, ed in generale c’è stata una riorganizzazione che ha ringiovanito la struttura e svecchiato le procedure. Basterà? Il fine settimana dovrebbe essere tranquillo.

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