Domenica prossima se ne saprà di più sulle sorti di Campo Progressista, la creatura di Giuliano Pisapia che intende proporsi (anche in Puglia) alle Politiche invocando un campo largo, campo nel quale il Pd di Renzi non vuole neanche metterci piede. Se le cose dovessero continuare a girare così anche in Puglia (dove Centro democratico e qualche ex vendoliano come Matarrelli guardano con interesse all’ex sindaco di Milano), diventerà inevitabile per il leader del Fronte Dem e governatore pugliese, Michele Emiliano, aprire le danze elettorali con una sua lista civica nella quale candidare, insieme ai parlamentari che gli sono già al fianco (Ginefra, Boccia e Grassi, tra gli altri) gente «nuova» in grado di tirare voti sui territori nel pianeta Pd.
Lasciando a Renzi margini più ampi per la trattativa sulle candidature nel listino del proporzionale, in modo da blindare elezioni sicure (il leader Pd vuole in quella quota Bellanova, Lacarra e Pentassuglia), cooptare volti nuovi (il consigliere regionale Mennea) e garantire qualche seggio anche agli orlandiani uscenti (Bordo, Tomaselli, Massa), ai franceschiniani (Losacco) e ai nuovi adepti (Stefàno). Si vedrà, di certo c’è che Emiliano non intende retrocedere dal progetto «sindaco di Puglia», portato avanti sin dal 2015 con la campagna delle Regionali. Ovvero, piazzare volti forti e trasversali ai partiti (dall’assessore Di Gioia nel Foggiano all’ex sindaco Spina nella Bat), pescando a destra come a sinistra per cooptarli nel Fronte Dem, con l’obiettivo di fare il «bis» della vittoria alle amministrative (i modelli Taranto e Lecce).
La strategia, se messa in atto, spaventa non poco il fronte della Sinistra e dei bersaniani di Mdp: se D’Alema si candiderà a Foggia e Vendola è pronto a fare la sua parte, seguiti da qualche consigliere regionale (Abbaterusso o Romano) ormai distanti dall’esecutivo Emiliano, sui collegi uninominali saranno gatte da pelare con gli «emiliani» in campo. L’obiettivo, ormai sempre più evidente, è dunque sfiancare Emiliano sulle sue «incapacità di governo», più volte denunciate, in modo da indurre i pugliesi a volgere lo sguardo altrove e puntare su nomi di peso della società civile (il penalista Laforgia). [b. mart.]