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Il sindaco di Melendugno
«Sul Tap nessuna intesa»
Emiliano: Governo si è comportato male

 
no tap sindaco Melendugno

Dopo il verdetto della consulta Potì rilancia: «Queste opere, se non condivise, non si fanno»

Mercoledì 11 Ottobre 2017, 10:58

13:29

«Il governo si è comportato molto male con la Puglia come fa da diverso tempo sulla vicenda del gasdotto». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante la trasmissione 'Tgtg' su Tv2000, commentando la sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato inammissibile il conflitto di competenza sollevato dalla Regione Puglia contro lo Stato sul procedimento di autorizzazione del gasdotto Tap.
«Reagiamo - ha aggiunto Emiliano - come si reagisce di fronte alle ingiustizie che vengono sancite da un sentenza. Purtroppo non è colpa della Corte Costituzionale. Avevamo chiesto al governo di rispondere alla nostra istanza di revoca dell’autorizzazione, hanno approfittato di una giurisprudenza ancora imperfetta della Corte Costituzionale».
«Non è che non vogliamo il gasdotto - ha ribadito Emiliano - il problema è che non lo vogliamo sulla più bella spiaggia dell’Adriatico pugliese. La vorremmo 30 chilometri più a Nord nella zona industriale già compromessa dal punto di vista ambientale, in un luogo più gradito alla popolazione residente. Il braccio di ferro non è sul gasdotto 'sì' o 'no' ma sul dove farlo».

Posizione dura anche da parte del sindaco di Melendugno, Marco Potì: «Rimane in piedi la questione di merito: opere di questo tipo si condividono con i territori» ha detto commentando la pronuncia di inammissibilità della Corte costituzionale sul conflitto sollevato dalla Regione Puglia contro la realizzazione del gasdotto.

«In attesa delle motivazioni - afferma il primo cittadino - ci sembra di capire che il ricorso sia stato giudicato inammissibile per questioni procedurali. Ma, dal punto di vista del merito, ritengo che la questione costituzionale, democratica e politica rimanga: rispetto a quanto dicono la Costituzione e altre sentenze recentissime della stessa Consulta, non si possono realizzare opere del genere senza la condivisione e l’intesa con i territori interessati. Sul Tap non c’è stata mai un’intesa». Il sindaco ricorda anche che il 23 ottobre, a Roma, i rappresentanti del territorio dovranno esprimersi sul tratto del gasdotto Snam, previsto tra Melendugno e Mesagne. «Anche in questo caso - commenta - si profila un dissenso da parte sia della Regione, sia della quasi totalità dei Comuni interessati dal passaggio del metanodotto, che è strettamente legato al Tap perché uno non funziona senza l’altro e viceversa. Su questa nuova procedura, molto probabilmente ci sarà nuovamente una mancata intesa, per cui si produrrà un’altra volta un conflitto costituzionale e democratico». Per Potì «è una questione costituzionale, ma anche democratica: quando si fanno queste opere, si condividono con i territori, altrimenti non si fanno. Il conflitto apparentemente chiuso dalla Corte costituzionale per Tap, si riaprirà in tutta la sua problematicità dal 23 ottobre in poi. C’è una mancata intesa tra Stato, Regione e territori interessati: se su otto Comuni, sette si esprimeranno contro la realizzazione del gasdotto, forse c’è un problema territoriale».

Non sono meravigliati dell’esito del ricorso i no-Tap: «Ce lo aspettavamo - dice Gianluca Maggiore, portavoce del comitato - il ricorso non è stato bocciato ma è stato dichiarato inammissibile - precisa - in quanto è stato presentato oltre i termini previsti. L’autorizzazione risale al 20 maggio 2015. L’unica cosa che ci infastidisce è che ora Tap userà questo esito per sbandierare l’avvio dei lavori. Non ci meraviglierebbe, ormai, un avvio immediato delle attività. Anche se, secondo il parere della Commissione ulivi monumentali, gli alberi rimasti non possono essere spostati prima di dicembre».

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