Oltre 200 migranti, la maggior parte dei quali nei mesi scorsi era accampata nel Gran Ghetto tra Rignano e San Severo, hanno occupato in maniera pacifica la Cattedrale di Foggia per chiedere condizioni di vita più dignitose.
I migranti hanno inizialmente esposto alcuni cartelli ma il parroco della Cattedrale li ha fatti abbassare e ha avviato in chiesa la recita del rosario alla presenza dei migranti che hanno chiesto l’aiuto e l’intervento del Papa.
Dopo qualche ora pacificamente sono usciti dalla chiesa. Le richieste avanzate dai migranti sono state fatte proprie dall’arcivescovo, mons. Vincenzo Pelvi, e dal prefetto di Foggia, Massimo Mariani, accorsi per incontrare i braccianti e per tentare di risolvere le loro necessità più pressanti, prima tra tutte il ripristino dell’acqua potabile tagliata il 16 settembre scorso, pare su decisione della Regione Puglia.
Mons. Pelvi ha telefonato in Regione per chiedere il ripristino di condizioni umane nell’ex 'Gran Ghetto', a partire dalla fornitura di acqua. da parte sua il prefetto ha scritto un messaggio urgente all’Acquedotto pugliese chiedendo la riattivazione della fornitura. I delegati dell’Unione sindacale di base (Usb) hanno al tempo stesso ottenuto la garanzia di un piano per la sistemazione abitativa dei migranti nelle campagne, piano che sarebbe all’esame della Regione. Il prefetto Mariani ha garantito che sarà sua premura chiedere alla presidenza della Regione l’impegno a valutare con Usb i particolari di questo piano.
Tra gli altri impegni assunti dal prefetto, c'è l’invio di una nota alla Regione Puglia per chiedere che si torni a discutere con l’Unione sindacale di base l’attuazione dei contenuti dell’accordo del 31 luglio. «Quella di oggi - si legge in una nota dell’Usb - è una grande vittoria per i braccianti dell’Unione sindacale di base, che dopo aver concluso l'occupazione e invitato il vescovo Pelvi al 'Gran Ghettò hanno anche annunciato per il 4 novembre una grande assemblea a Foggia per ricordare la figura di Giuseppe Di Vittorio, a lungo impegnato proprio nelle lotte bracciantili».