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Fiamme distruggono copertura
sito archeologico di Faragola
Il prof. Volpe: mi viene da piangere

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

fiamme distruggono sito archeologico di Ascoli Satriano Faragola

Giovedì 07 Settembre 2017, 10:54

08 Settembre 2017, 17:08

BARI - Mosaici danneggiati irrimediabilmente, marmi cotti, calcinati per il calore, strutture murarie distrutte. L’oscillum decorato con la figura di danzatrice presente nello stibadium rubato. E’ il primo bilancio che il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici del MiBact, l’archeologo Giuliano Volpe, professore all’Università di Foggia, traccia dei danni provocati dal rogo che si è sviluppato nella notte, per cause in corso di accertamento, nel sito archeologico di Faragola, ad Ascoli Satriano, nel Foggiano. «E' la fine», scrive Volpe su Fb, senza nascondere di avere «le lacrime agli occhi per il dolore, la rabbia, la delusione, lo sconforto».

Volpe, che si trova attualmente in Malesia, ha lavorato negli anni, insieme con un gruppo di studenti, archeologi e restauratori, alla riscoperta del sito e oggi non ha dubbi: l'incendio è stato appiccato e forse - dice - sono stati usati esplosivi. Il legno della copertura è ignifugo. «Sembra roba di professionisti», aggiunge Volpe che sempre su Fb ha pubblicato le foto dello scempio che si è consumato nel sito dove è stato individuato un esteso insediamento di età romana e tardoantica. Nel tempo sono stati portati parzialmente alla luce alcuni ambienti residenziali di una ricca villa - Villa Faragola - di cui è stata finora documentata soprattutto la fase tardoantica (IV-VI secolo d.C.). Per i lavori nel sito sono stati stanziati finanziamenti da Ministero e Regione che ha destinato 1 milione e 600 mila euro al recupero e valorizzazione dell’area. Il termine dei lavori è previsto per marzo 2018, ma viste le condizioni in cui è stato ridotto il sito, non sarà più possibile rispettare la data di consegna. «Quattordici anni - dice Volpe - di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro, per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti»

I vigili del fuoco non si pronunciano: «stiamo lavorando per capire cosa sia successo», dicono. Al momento non sono stati ritrovati inneschi nè tantomeno tracce di liquido infiammabile. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Volpe, che ha ricevuto la solidarietà dell’Ateneo di Foggia, comunque è certo: «sembra un intervento fatto da persone esperte, hanno fatto in modo che tutto fosse distrutto». Da alcuni mesi il cantiere era stato sospeso in attesa della ripresa per il completamento del terzo lotto dei lavori. «Quando un sito è lasciato senza controlli, diventa 'terra di nessunò», dice Volpe.

«Restano ormai, oltre ai pochi oggetti portati al museo e ai materiali nei nostri laboratori, - conclude l’archeologo - solo i nostri studi, le foto, i video, i disegni, la nostra memoria e la passione per un sito straordinario».

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