CERIGNOLA - Il killer ha agito in pieno giorno, a piedi, per nulla scoraggiato dai 200 uomini delle Forze dell’ordine mandati dal Governo nel foggiano dopo la mattanza di San Marco in Lamis (quattro morti, due dei quali vittime innocenti). Era il 9 agosto scorso, esattamente 15 giorni fa: nell’agguato furono uccisi il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, il cognato che gli faceva da autista, Matteo De Palma, di 44, e due contadini, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, di 47 e di 43 anni, assassinati o perché testimoni del delitto o perché scambiati per guardaspalle del boss Romito.
Stamani il sicario ha agito tra la gente, impugnando un’arma di grosso calibro con la quale ha fatto fuoco contro Stefano Tango, pregiudicato di 46 anni con precedenti per droga e armi. Gli inquirenti spiegano che non è un delitto di mafia, perché la vittima non aveva né contatti né frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata. Ma il fatto che a Cerignola, interessata dai controlli straordinari del territorio voluti dal Viminale, si possa compiere un omicidio alle 9.30 del mattino, davanti a un circolo ricreativo e nei pressi del cimitero, inquieta non poco. Così come sono inquietanti le immagini dei tanti bambini e ragazzini che assistono assieme agli adulti ai rilievi dei carabinieri attorno al cadavere, coperto da un lenzuolo verde e circondato da numeri che evidenziano bossoli e tracce di sangue sull'asfalto.
Tango era a piedi, in via Luogosanto, quando ha incrociato il killer che, arma in pugno, gli ha sparato almeno un proiettile al torace. La pallottola ha provocato un foro di entrata e di uscita all’altezza dei polmoni e la fuoriuscita di sangue dalla bocca. Quest’ultimo particolare aveva inizialmente fatto ipotizzare ai carabinieri che il sicario avesse sparato alla vittima in pieno volto. Che si trattasse cioè di un esecuzione mafiosa. Così non è stato. Con il passare delle ore è emersa la pista di una lite che la vittima avrebbe avuto prima del delitto con un uomo.
Le indagini sono dirette dal pm del Tribunale di Foggia, Alessandra Fini, che per ore nella caserma dei carabinieri di Cerignola ha ascoltato parenti e conoscenti della vittima. Altri elementi arriveranno dai video delle telecamere di sorveglianza della zona, che potrebbero aver ripreso il killer. Sono anche scattate perquisizionI nelle abitazioni di pregiudicati legati allo spaccio di droga.