BARI - Il gup del Tribunale di Bari Sergio Di Paola ha condannato cinque pregiudicati foggiani e ha assolto da ogni accusa un’avvocatessa (fidanzata di un presunto boss) al termine del processo con rito abbreviato su presunte estorsioni ad un imprenditore del settore agroalimentare.
Stando all’inchiesta della Dda di Bari, due imprenditori titolari dell’azienda Cerealsud avrebbero pagato per anni il pizzo a esponenti dei due clan foggiani Sinesi-Francavilla e Moretti-Pellegrino-Lanza, corrispondendo mensilmente somme fra i mille e i 3mila euro, pretendendo assunzioni e contributi legali per le spese di un affiliato detenuto. L’indagine portò nell’aprile 2016 all’arresto di dieci persone - fra le quali il presunto capo clan Emanuele Francavilla (in carcere) e la sua compagna Gabriella Capuano (ai domiciliari).
Dei 12 imputati per i quali la Procura Antimafia di Bari aveva chiesto il rinvio a giudizio, sei sono a processo con rito ordinario dinanzi al Tribunale collegiale di Foggia, altri sei sono stai giudicati oggi in abbreviato.
Il gup ha condannato Emanuele Francavilla alla pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione, il presunto boss rivale Antonio Vincenzo Pellegrino a 6 anni e 8 mesi di carcere, i suoi sodali Vincenzo Pipoli a 5 anni, Valentino Aprile a 4 anni e 8 mesi, Gianluca Ruggiero a 4 anni e 6 mesi. Assolta «per non aver commesso il fatto» e «perché il fatto non costituisce reato» l’avvocatessa foggiana, fidanzata di Francavilla, Gabriella Capuano, difesa dall’avvocato Michele Laforgia. La donna era accusata di essere la cassiera del clan e di aver direttamente riscosso in una occasione il pizzo per conto del compagno.
Estorsione a imprenditore

Venerdì 28 Luglio 2017, 17:10