di Francesco Barbaro
LUCERA - Nuova iniziativa alla casa locale casa circondariale. Dopo il successo lo scorso mese dell’evento finale del ciclo “Salotto culturale” mercoledì 7 giugno alle 9.30 le porte della casa circondariale di piazza San Francesco si apriranno per ospitare la manifestazione conclusiva del progetto “Raccontami una favola...papà”. Alla casa circondariale è prevista la presenza del dirigente dell’Ust – ex provveditorato agli studi - di Foggia Maria Aida Tatiana Episcopo.
“Il Progetto, ideato da alcuni docenti del Cpia di Foggia, ha coinvolto i detenuti, alunni dei corsi scolastici, i quali hanno ideato fiabe e realizzato illustrazioni, immaginando di dedicarle ai propri figli” spiega Cinzia Conte responsabile dell’area educativa della casa circondariale. I racconti realizzati dai detenuti nell’ambito del progetto educativo sono stati raccolti e rilegati in un apposito testo ed hanno dato vita ad un opuscolo stampato in più copie; alcuni dei racconti saranno letti dagli stessi detenuti ai propri figli, che avranno accesso alla casa circondariale, durante la manifestazione di mercoledì 7 giugno.
La progettualità legata al ruolo di genitori dei detenuti ha visto altri momenti, in occasione della festa del papà infatti lo scorso maggio alla casa circondariale suonò l’orchestra dell’istituto comprensivo “Tommasone Alighieri”. “La realizzazione del progetto testimonia il clima di collaborazione sinergica tra il carcere e il Cpia, che non si esaurisce - spiega Cinzia Conte - con l’attività didattica, ma arricchisce le opportunità rieducative rivolte alla popolazione detenuta”.
Il Cpia di Foggia si occupa di istruzione e formazione in favore dei detenuti. “Doverosi sono i ringraziamenti agli insegnanti che hanno curato il progetto, al direttore della casa circondariale, Giuseppe Altomare, al responsabile dell’area educativa Cinzia Conte e al personale di polizia penitenziaria guidato dal Comandante Daniela Raffaella Occhionero, che hanno reso possibile – sottolineano gli organizzatori – la realizzazione ed il successo di un progetto che ha riscosso consenso fra i detenuti genitori impossibilitati per la loro condizione di detenuti a vivere con i propri figli”.