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BASILICATA
01 Giugno 2017
PIERO MIOLLA
Non c’è ancora alcun nesso certo di causalità tra il decesso di una bimba, avvenuto il 18 settembre del 2016 all’ospedale di Lagonegro, e il vaccino cui era stata sottoposta. Lo ha precisato Donato Pafundi, dirigente generale del Dipartimento Politiche della Persona della Regione Basilicata, in seguito all’esposto presentato dal Codacons alla Procura della Repubblica di Potenza sul caso della bambina di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, deceduta nella città tirrenica lucana. «La neonata – ha spiegato Pafundi – era stata sottoposta a vaccinazione nel comune di residenza, Praia a Mare, e poi trasportata, in emergenza, presso il pronto soccorso dell’ospedale di Lagonegro il 18 settembre del 2016. Gli organi di stampa hanno dato ampio risalto all’avvenimento, riportando informazioni giornalistiche di dettaglio. Dopo tale circostanza il responsabile aziendale di farmacovigilanza, su segnalazione del medico specialista ospedaliero, ha effettuato l’inserimento della segnalazione di reazione avversa nell’apposita rete nazionale dell’Aifa, riportando nella casella relativa al nesso di causalità la dicitura inclassificabile. Al momento non c’è ancora alcun nesso certo di causalità tra il decesso e il vaccino.
La cartella clinica della paziente è stata sottoposta a sequestro da parte dell’autorità giudiziaria», ha concluso Pafundi. La bimba, come anticipato, aveva soli 4 mesi e, riportano le cronache dell’epoca, «dopo essere stata vaccinata a Praia a Mare il 15 settembre dal dottore locale assistito da un’infermiera. Al ritorno a casa i genitori si sono resi conto di alcune complicazioni, la bimba aveva febbre alta e gonfiore al braccio.
La domenica successiva la situazione è peggiorata, ai sintomi si sono aggiunte crisi respiratorie che li hanno convinti al ricovero all’ospedale di Lagonegro. I tentativi da parte dei medici sono stati vani e la bambina è deceduta poche ore dopo». I genitori, mamma di Praia a Mare e papà di Napoli, fecero regolare denuncia per sapere cosa accadde effettivamente durante il ricovero in ospedale. In seguito, furono sette le persone indagate per omicidio colposo in concorso: i 5 medici in servizio all’ospedale di Lagonegro e il dottore che eseguì la vaccinazione insieme alla sua assistente. Fu nominato anche un perito, Adamo Maiese, per appurare quanto accaduto, mentre la bambina fu sottoposta ad autopsia per capire meglio le cause del decesso.
La notizia dell’esposto del Codacons, sebbene mitigata dalle precisazioni di Pafundi, potrebbe nuovamente contribuire, anche se in questo caso ex post, a far riemergere l’insicurezza e la paura dei genitori nei confronti dei vaccini. Precisato che, secondo alcuni funzionari della sanità, nessun vaccino è sicuro al 100 per cento, va anche ricordato il rischio rimane molto rispetto ai benefici che la vaccinazione può portare.
Il timore, se viene bypassato quando parliamo di vaccini obbligatori, in merito ai quali, evidentemente, i genitori non possono che decidere di praticarli, riemerge invece in presenza di vaccini consigliati per malattie considerate pericolose, tra le quali certamente la meningite. Affidarsi ai consigli dei medici, in questi casi, è, forse, l’unica ricetta giusta.
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Commenti all'articolo
Nad68
06 Settembre 2017 - 16:47
chiarezza..........
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