Valentino Sgaramella
Crac in campagna per le ciliegie pugliesi, nell’ennesima annata negativa per la maturazione precoce a causa del clima impazzito e le raffiche di vento che hanno fatto cadere dal 20% al 30% di prodotto, oltre ad arrecare danni irreparabili agli alberi di ciliegie, oltre che ai vigneti e ai teli.
L’allarme è lanciato dalla Coldiretti Puglia. In pratica, due giorni di vento molto forte nei giorni scorsi hanno piegato la raccolta della varietà «bigarreaux» della ciliegia, spaccando o facendo cadere il frutto dai rami. I produttori denunciano una speculazione sui mercati che approfitta della minima avversità per far crollare il prezzo alla produzione, salvo poi vendere l’oro rosso a prezzi esponenziali sui mercati del Nord.
Questo, ovviamente, arricchisce una parte della filiera ma ai produttori vanno briciole. Chiedono l’anonimato prima di denunciare una situazione anomala. V.V. un produttore turese proprietario di 15 ettari: «oggettivamente le ciliegie sono poco commercializzabili e non le vuole nessuno; la ciliegia è opaca e non regge al forte vento».
I prezzi della bigarreaux sono crollati da un minimo di 60 centesimi a un massimo di 1,10 euro al chilo, dai 2,20 euro o anche 2,50 euro di media. Dopo il gelo e le basse temperature del periodo pasquale ora il vento. Purtroppo, la ciliegia è un frutto assai delicato.
«La “ferrovia” si è salvata nella zona calda tra Turi, Conversano e Polignano, ma se ci spostiamo tra Sammichele, Gioia ed Acquaviva è un disastro, un pianto».
Sulla speculazione: «è vero che le nostre ciliegie sono ammaccate dal vento, ma è anche vero che già noi ripuliamo del 70% il raccolto, per cui i grandi commercianti hanno ben poco da ripulire, le ciliegie sono buone».
Vediamo chi specula, dunque. «La mediazione non esiste più – dice V.V. – qui c’è un monopolio bello e buono, il mercato cerasicolo è nelle mani di pochi grossi commercianti di Conversano, Rutigliano e Turi».
Ancora: «impongono i prezzi di acquisto ai produttori e secondo me potrebbero addirittura mettersi d’accordo con una semplice telefonata». Poi aggiunge: «io non posso dire queste cose perché sono vittima del sistema».
F. S. è un produttore 29enne con 10 ettari di terreno e racconta: «il prezzo è crollato dai 2,20 euro su cui si attestava per la “bigarreaux” con danni ingenti perché il vento ammacca la ciliegia; il frutto assume un colore diverso, tendendo a divenire marrone».
Un’enorme quantità di «bigarreaux» è finita dunque al macero. Soffia anche un po’ il vento della speculazione che approfitta della minima avversità meteo per ridurre il prezzo alla produzione. «C’è tutto un giro un po’ sporco - dice F.S. con un sorriso da cui traspare rassegnazione - speculano anche se la merce non è delle migliori come ho detto».
Poi si lascia sfuggire una considerazione: «il paradosso dell’agricoltura del Sud-Est barese è che mediatori ed esportatori sanno come siamo messi noi produttori, ma noi non sappiamo come sono messi loro».
La qual cosa vuol dire, in parole povere, che il produttore non è in grado di conoscere fino a quale cifra lieviti sui mercati il prezzo del cosiddetto «oro rosso», a opera di commercianti ed esportatori.
Ciliegie, il clima e il vento

Martedì 16 Maggio 2017, 11:03