PIERO BACCA
LECCE - L’ecotassa regionale è incostituzionale ed in contrasto con il quadro normativo nazionale. La sentenza depositata giovedì mattina dalla Corte costituzionale è perentoria e riapre nuovi scenari, sollevando da ulteriori incombenze finanziarie le municipalità pugliesi ancora in affanno sul fronte della raccolta differenziata. Tutto scaturisce dal ricorso presentato da 70 comuni salentini, tra cui il capoluogo, che nel 2014 si sono affidati all’avvocato Luigi Quinto per opporsi alla decisione della Regione di fissare l’ecotassa nella misura di 25,82 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica. Un «balzello» destinato ai comuni incapaci di raggiungere elevate percentuali di selezione dei materiali riciclabili.
Nel ricorso sono stati censurati gli atti regionali per violazione dei criteri applicativi della legge statale risalente al 1995 che ha istituito l’ecotassa e che prevede una riduzione al 20% del tributo per l’ipotesi in cui venga conferito in discarica solo lo scarto di uno dei trattamenti previsti dalla legge per il recupero del rifiuto. In sostanza, la Regione avrebbe disconosciuto la premialità prevista dalla legge statale per la gran parte dei comuni salentini, fissando il pagamento dell’ecotassa nella misura massima.
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