«La lotta al caporalato non può essere lasciata solo nelle mani degli inquirenti e delle forze dell’ordine, ma va affrontata in maniera costante, condivisa e coordinata da tutte le forze in campo, dalle istituzioni alle parti sociali».I segretarii generali di Cgil, Cisl e Uil Puglia, affiancati dai segretari di categoria, lanciano un appello alla Regione perché dia seguito alle proposte su infrastrutture, trasporti e servizi necessari ad arginare il fenomeno di sfruttamento nei campi e al governo naizonale perché pubblichi i decreti attuativi della legge 199 del 2016.
Per Pino Gesmundo (Cgil), Daniela Fumarola (Cisl) e Aldo Pugliese (Uil) il governo deve innanzitutto «rendere finalmente efficace la normativa nazionale, in particolare per mettere in moto la cabina di regia, l’unico strumento utile a incrociare la domanda e l’offerta di lavoro e, quindi, di limitare al massimo gli spazi nei quali si insinua l’illegalità fomentata dal pericoloso fenomeno del caporalato nella campagne pugliesi». Attivando così un cabina di regia che «dovrebbe essere gestita dall’Inps e all’interno degli Enti bilaterali, coinvolgendo appieno il territorio, affidando ai Prefetti e alle parti sociali la gestione della Rete del lavoro di qualità, che rappresenta l'alternativa vera al caporalato». Inoltre, è necessaria «l’introduzione di un marchio etico e di una premialità, sotto forma di sgravi contributivi, per le aziende che assumono manodopera attraverso quella stessa Rete».
Quanto alla Regione, invece, il governatore Michele Emiliano - che pure si è espresso a favore delle proposte lanciate nei giorni scorsi dalla Cgil - dovrebbe «convocare quanto prima un incontro chiarificatore e schietto, nel quale approcciare con proposte fattive questioni fondamentali per la lotta al caporalato come l’efficacia delle infrastrutture e dei trasporti regionali, attualmente non all’altezza, qualitativamente e quantitativamente, delle esigenze della rete produttiva e occupazionale del settore agricolo - dicono Cgil, Cisl e Uil - e dell’accoglienza dei migranti, finora affrontata più a spot che con azioni continuative e sistemiche». Il tavolo sarebbe anche l’occasione «per condividere e coordinare l’azione della Regione con le proposte della piattaforma sindacale, che è una e una sola - sottolineano i confederali - unitaria e univoca». Quindi l’affondo nei confronti del governatore: «i tentativi, come quello operato dal presidente della Regione, di spaccare il fronte sindacale, non hanno alcuno spazio, né margine di successo. La strada per la lotta al caporalato, almeno da parte sindacale, è segnata e non ammette cambi di rotta. Ci auguriamo che la Regione e il Presidente siano disposti a condividerla - aggiungono i segretari confederali e di categoria - per il bene della Puglia e, soprattutto, di tanti lavoratori dell’agricoltura che rivendicano il proprio, sacrosanto diritto a un lavoro degno e legale».
Sulla legge sul caporalato, intanto, intervengono anche i parlamentari pugliesi Dem Dario Ginefra e Colomba Mongiello: la legge «ha bisogno di essere pienamente operativa prima che inizi la stagione delle raccolte. Abbiamo avuto modo di ascoltare tanto la voce delle organizzazioni sindacali che delle associazioni di produttori - sottolineano - e sono emerse alcune criticità. Il nodo da sciogliere urgentemente, da parte del ministero delle Politiche Agricole, è la definizione delle linee guida in cui indicare con chiarezza, tra l'altro, quando sussiste o meno lo sfruttamento, per evitare ogni fraintendimento applicativo e tutelare gli imprenditori onesti. A partire dalle linee guida, inoltre, si potrà dare seguito all'attivazione dei servizi che coniugano il collocamento in azienda con il trasporto e l'ospitalità. Attività che hanno alimentato il business criminale del caporalato». Anche in questo caso, però, secondo i parlamentari (e sostenitori di Emiliano alle primarie Pd col suo «fronte democratico»), tutte le responsabilità sono in capo al governo nazionale: «molto dipende dal Governo, in particolare dal ministro dell'Interno, sollecitato a stanziare i fondi necessari. Sulla corretta e diffusa applicazione della legge contro il caporalato Parlamento e Governo si giocano la faccia - aggiungono - e non possono essere ammessi errori o ritardi in danno dei lavoratori e degli imprenditori onesti». Per i sindacati, però, non è solo il governo a latitare in questa partita, ma anche la Regione.