di Antonella Inciso
Oltre 142 milioni di euro. A tanto ammonta il gettito delle royalty che spettano alla Regione per il 2015. Fondi incassati. Un dato certificato dal Ministero dello Sviluppo economico alla Seconda commissione consiliare regionale nell’ambito dello studio sul Programma operativo Val d’Agri che l’organismo della Regione Basilicata ha deciso di avviare per avere un quadro complessivo della situazione petrolio.
Dal greggio sono arrivati nelle casse regionali fondi decisivi per coprire, ad esempio, la spesa sanitaria e quella per l’università. Agli oltre 142 milioni vanno aggiunti altri 25 milioni di euro destinati, assicura il Ministero per lo Sviluppo economico, ai sei comuni interessati dalle estrazioni petrolifere. Tra essi è Viggiano - cuore delle estrazioni - a ricevere il grosso.
Dati meno positivi invece sul fronte produzione che si è praticamente dimezzata tra il 2015 ed il 2016. Nel 2016, infatti, sono stati estratti un miliardo 957 milioni 441mila, 468 tonnellate di greggio. Meno della metà rispetto all’anno precedente (3 miliardi 767 milioni 253mila,708 tonnellate). Una contrazione che è stata registrata anche sull’estrazione di gas naturale: nel 2016, sono stati estratti 880 milioni 198mila 668 metri cubi standard di gas dalle viscere della terra lucana, contro il miliardo 526 milioni 730mila 571 di metri cubi del 2015.
Ma è proprio sui numeri delle royalty e sulla logica della loro distribuzione sul territorio che il dibattito è tornato ad accendersi in Basilicata. Non scoraggia neanche l’idea che, per cambiare l’assegnazione delle risorse, serva una modifica a una legge nazionale. Un iter complicato e non breve. Ma l’idea di distribuire diversamente le royalty del greggio assegnate direttamente ai sei Comuni che sorgono nel territorio del Centro oli, magari puntando su un progetto complessivo, accarezza più di un amministratore lucano. Chi lo sostiene sottolinea che le risorse scarseggiano. E spesso questi fondi giacciono inutilizzati nelle casse comunali o si sono dispersi in mille micro-progetti che ben poco hanno portato allo sviluppo e all’occupazione.
Il presidente della Seconda Commissione consiliare (l’organismo che sul petrolio e sul Programma operativo Val d’Agri ha avviato uno studio ad hoc), Giannino Romaniello (Gruppo misto), ha chiesto «la disponibilità a condividere un progetto più complessivo per l’area». Un invito rivolto ai sei sindaci dei Comuni che beneficiano di quel 15% di royalty dirette stabilite in base agli accordi Stato-Regione siglati nel 1998. Amministratori di Viggiano, Calvello, Grumento Nova, Marsiconuovo, Marsicovetere e Montemurro che nel solo 2015 - secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico - si sono divisi oltre 25 milioni di euro, 16 dei quali attribuiti a Viggiano. Ed è proprio il primo cittadino viggianese, Amedeo Cicala, a far sapere, senza giri di parole, che non ci pensa nemmeno a rinunciare alle proprie royalty. «I nostri soldi non si toccano - afferma perentorio Cicala. - Ci stiamo svenando: per ogni 100 euro di royalty - secondo l’accordo del 1998 - 85 euro vanno alla Regione e a tutti i Comuni dalla Basilicata, mentre i 15 restanti vengono suddivisi tra i Comuni delle produzioni. Noi a Melfi che incassa i soldi della Fiat non chiediamo fondi. Il Comune di Melfi ha 10 milioni di euro in cassa che non può spendere e nessuno si sogna di chiedergli - sotto il profilo politico - un euro. Già diamo gli 85 euro, ora ci chiedono anche gli altri 15?».