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Rifiuti, Tar boccia comune foggiano
«Non può raggirare un contratto»

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

rifiuti

San Ferdinando imponeva la raccolta con ordinanze emergenziali a un costo inferiore a quello pagati dagli altri enti del Consorzio di cui fa parte

Lunedì 14 Novembre 2016, 12:54

Nella guerra dei rifiuti che caratterizza una zona del Foggiano, il comune di San Ferdinando - almeno per ora - ne esce con le ossa rotte. Il Tar Puglia, I sezione ha appena pubblicato una ordinanza con la quale, oltre a condannare l'amministrazione al pagamento delle spese, ha di fatto annullato alcuni di quei provvedimenti cosiddetti "contingibili e urgenti" con cui obbligava la società incaricata del Consorzio di cui esso stesso fa parte, di raccogliere i rifiuti senza adeguarsi alle tariffe dopo la chiusura della discarica di Cerignola. Della serie, io ti ordino di fare il servizio e ti pago al prezzo che dico. Tutto ciò, in barba di quei comuni che - rispettando il piano finanziario previsto - hanno aumentato la tasa dei rifiuti per garantire il servizio. E non si tratta di noccioline: in ballo c'è una cifra di circa 1,5 milioni di euro che i comuni del Consorzio del foggiano, rischiano di odversi acocllare ocn conseguenti ricadute sulla società di gestione e sui suoi 300 dipendenti.

Il Consorzio tra i Comuni di Carapelle, Cerignola, Margherita di Savoia, Orta Nova, San Ferdinando di Puglia, Sornara, Stornarella e Trinitapoli e Ordona ha affidato in house il servizio di raccolta di rifiuti a una società di sua proprietà: nel corso degli anni la società Sia ha potuto erogare il servizio a favore dei comuni consorziati a un prezzo competitivo anche grazie all'affidamento della gestione di Cerignola, cui conferivano altri 21 comuni rappresentando così una fonte di reddito da «reinvestire» nei costi contenuti per gli enti consorziati. Tutte rose e fiori fino giugno quando la discarica di Cerignola ha detto stop, quindi sono finiti gli introiti extra che consentivano alla Società (e al Consorzio) di poter beneficiare dei costi contenuti di conferimento.

Il Consorzio si è visto costretto a conferire i rifiuti a Grottaglie conun costo in più: tutti i comuni hanno così deciso di «adeguare» le tariffe a quelle richieste dalla discarica di Grottaglie, sito individuato per lo smaltimento dei rifiuti. Uno scherzetto che ha fatto lievitare i costi di oltre 50 euro a tonnellata, oltre ecotassa, con tutte le ricadute negative in termini di costi. Quasi tutti i comuni hanno deciso di adeguare, ribaltando i costi della collettività quindi aumentando le tariffe, perchè diversamente i conti del Consorzio avrebbero registrato un saldo negativo di oltre 4,5 milioni di euro.

I sindaci di San Ferdinando e Trinitapoli hanno però alzato le barricate: non solo non hanno accettato l'aumento ma con i poteri attribuiti dalla legge, ovvero utilizzando lo strumento della cosiddetta «ordinanza contingibile e urgente» che dà potere ai sindaci di decidere in materia di emergenza ambientale, hanno difatti obbligato la società Sia, dunque lo stesso Consorzio di cui fanno parte, a erogare il servizio allo stesso costo precedente.

Un comportamento che, dopo sette ricorsi presentati dalla Sia (assistita prof. Michele Dionigi, di Bari), viene ora pesantemente censurato dai giudici amministrativi di Bari che hanno sospeso l'efficacia delle ordinanze del comune di San Ferdinando, che di fatto dovrà ora adeguarsi agli strumenti ordinari previsti daLl'ordinamento. La morale è: non si può utiliuzzare uno strumento eccezionale senza fissare una data di scadenza (i provvedimento venivano emessi ogni giorno per scoraggiare ricorsi al Tar) raggirando così il percorso di un contenzioso ordinario e venendo meno unilaterlamente al rispetto di un contratto. Pe rtalke ragione i giudici hanno condannato il comune a pagare mille ore euro di spese. @nicolapepe

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