di Marco Mangano
BARI - La Tristeza flagella gli agrumeti del Tarantino: 2mila ettari in fumo in cinque anni. «Credo che la Xylella Fastidiosa abbia generato più clamore, ma questa patologia non preoccupa meno. Per fortuna, però, infetta un numero inferiore di alberi rispetto alla batteriosi degli ulivi». Così Gianluca Nardone, direttore del dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia.
Che ruolo svolge l’Osservatorio fitosanitario?
«Di verifica. Le piante commercializzate devono essere sane».
In che modo?
«Effettuando controlli soprattutto sulle piante in uscita dai vivai pugliesi».
Passiamo alle frontiere. Chi esegue le verifiche in entrata nel territorio nazionale?
«Le autorità competenti».
Professore, può trascorrere un periodo lungo dal momento dell’inoculo del virus da parte dell’afide prima che la pianta manifesti i sintomi della patologia.
«Certo, è per questa ragione che i controlli non sono soltanto visivi, ma vengono effettuati in laboratorio».
Una volta accertata la malattia, cosa si fa?
«Si sradica la pianta. L’afide, il vettore della patologia, è difficile da sconfiggere».
In Puglia, è stato necessario abbattere alberi di agrumi?
«Sì, ma non ultimamente. L’anno scorso abbiamo svolto solo indagini visive».
E gli agricoltori vengono risarciti per i danni subiti?
«È previsto un indennizzo».
Cosa debbono fare gli agricoltori?
«Devono rispettare le misure fitosanitarie».
E cioé?
«Effettuare le buone pratiche agronomiche. Devono curare il terreno».
C’è il pericolo di speculazioni commerciali per arance, limoni e clementine.
«La patologia non ha alcuna ricaduta sulla salute umana».