di Massimiliano Scagliarini
BARI - Acquisizione di Sud-Est, con la garanzia di far fronte ai debiti accumulati e permettere così di ricapitalizzare. Oggi il gruppo Ferrovie dello Stato italiane dovrebbe mettere un punto fermo nell’operazione di salvataggio delle Sud-Est, con un (doppio) voto in cda che sarà determinante per poi poter chiudere la partita. Perché dopo aver risolto gli aspetti societari, bisognerà superare lo scoglio antitrust e far fronte alle iniziative giudiziarie della Procura di Bari.
Sud-Est ha debiti per circa 300 milioni e, pur avendo ormai una gestione corrente che non brucia cassa ma anzi produce utili, è oggetto di una richiesta di fallimento depositata dai pm Francesco Bretone e Luciana Silvestris: il saccheggio dell’ultimo decennio - è la tesi dei magistrati - ha irrimediabilmente compromesso la capacità di far fronte ai debiti. Con il subentro di Fsi secondo la Procura il problema si risolve fino a un certo punto, perché i principali creditori delle Sud-Est sono anche i professionisti sospettati di averla condotta sull’orlo del crac: si rischia insomma di «salvare» anche i crediti di chi ha contribuito al disastro. Ecco perché la Procura di Bari tiene il punto, e chiede che si proceda almeno alla richiesta di concordato preventivo: la dichiarazione di dissesto consentirebbe infatti ai magistrati di contestare ai presunti responsabili anche la bancarotta fraudolenta.
Nelle ultime settimane il numero uno di Fsi, Renato Mazzoncini, ha visto tutti i protagonisti dell’operazione, dal ministro Graziano Delrio al commissario Andrea Viero, al presidente della Regione, Michele Emiliano, che insiste anche lui affinché a valle dell’acquisizione ci sia una richiesta di concordato preventivo. Fsi sta studiando il dossier, ma a giocare contro questa ipotesi c’è una valutazione di ordine pratico: chiedere il concordato significherebbe mettere Sud-Est, per un periodo più o meno lungo, nelle mani di un altro commissario nominato stavolta dal Tribunale. Per non parlare dei profili di opportunità nei rapporti con il ceto bancario, perché Bnl (esposta con Sud-Est per 160 milioni) tiene in piedi molte altre società pubbliche di trasporti con debitorie molto più importanti.
L’operazione di acquisizione dovrebbe comunque essere deliberata oggi, senza ulteriori rinvii. L’udienza fallimentare davanti al Tribunale di Bari è fissata all’11 novembre, e i commissari sperano di potersi presentare dal giudice Giuseppe Rana con la delibera che garantisce la ricapitalizzazione. Il passaggio materiale delle quote dal ministero delle Infrastrutture a Ferrovie dello Stato dovrebbe però avvenire entro il 1° gennaio, anche perché non è ancora arrivato il parere antitrust. L’Autorità garante per il mercato negli scorsi giorni ha chiesto l’interruzione dei termini, in quanto vuole prima vedere i contenuti della delibera del cda: dal giorno della notifica del provvedimento decorreranno i 30 giorni per l’espressione del parere sul rischio di concentrazione rilevante. Un rischio che, secondo i consulenti legali dell’operazione, è abbastanza remoto.