L’apprezza il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, la rilancia, dicendo che è «un ulteriore tassello per Taranto valorizzandone peculiarità e potenzialità», il consigliere regionale Gianni Liviano, non foss’altro perchè scelto come coordinatore dell’iniziativa dal governatore pugliese, ma la bocciano senza troppi giri di parole sindacato e Confindustria. Piace in parte la decisione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - si veda la «Gazzetta» di ieri -, di mettere in cantiere una legge speciale per Taranto i cui riferimenti saranno infrastrutture e interventi straordinari per superare l’attuale assetto economico della città fondato su un’industria pesante che la Regione ritiene «incompatibile con l’ambiente». Una legge da replicare anche a Brindisi e che si avverrà delle norme sulla partecipazione che la stessa Regione ha inserito in un disegno di legge che approderà in Consiglio dopo la pausa feriale.
L’annuncio di Emiliano, dunque, vede il sindaco di Taranto d’accordo. «Sono fortemente colpito in maniera positiva - dice Ezio Stefàno -. Perchè si immagina il futuro d’una città e di un territorio ascoltando i cittadini e condividendo con loro il percorso da fare. Questa è vera democrazia moderna, è vera democrazia. Non quella degli ateniesi che volevano che governassero i saggi. Forse allora era giustificato perchè non c’era un adeguato livello di preparazione ma oggi i cittadini si informano, studiano, si confrontano e quindi sono in grado di esprimere una vera democrazia».
Stefàno non vede il rischio di sovrapposizione tra legge regionale e leggi nazionali visto che anche lo Stato le ha messe in campo per Taranto (la numero 171 di ottobre 2012 e la numero 20 di marzo 2015). «I latini - sostiene il sindaco - dicevano: guarda un grande campo e coltivane uno piccolo. Le norme nazionali tutelano il particolare, in questo caso, invece, si guarda l’insieme del campo. Io sono ottimista. Penso che la legge che vuole costruire la Regione possa dare una visione complessiva». E alla domanda se non sia più opportuno, per dare risposte a Taranto, partire dai problemi aperti come il riordino sanitario, contestatissimo da più fronti, più che da una nuova legge, Stefàno risponde così: «Emiliano ha fatto partire una legge dello Stato, del 2004, che prevede l’istituzione di una commissione formata dai sindaci delle città più grandi della Puglia, quattro assessori, tre consiglieri regionali e staff tecnico per riassumere le istanze dei territori ed elaborarle. Dov’è la differenza con l’assemblea dei sindaci? Nel fatto - osserva il sindaco - che l’assemblea non ha uno supporto tecnico che invece in questo caso c’è. Si sta lavorando, dunque, per cambiare il piano di riordino e io venerdì sono stato al Moscati e al Santissima Annunziata per parlare con i primari, domani sarò a Massafra, Mottola e Castellaneta, martedì a Grottaglie e Manduria e mercoledì a Martina. Il percorso che ci siamo dati - afferma Stefàno - è parlare prima con gli operatori, poi con le associazioni, quindi portare il tutto in un dibattito politico. La possibilità di cambiare il piano di riordino c’è».
Ben altro giudizio viene invece dal sindacato. «Le legge annunciata da Emiliano per Taranto? Oggettivamente sono molto preoccupato - dice Giancarlo Turi, segretario della Uil -. Esiste già un quadro nazionale e in quel quadro vanno coordinati interventi e operazioni. Emiliano parla poi di partecipazione, sì, ma quale? Quella che va bene a lui, forse. Sinora gli abbiamo chiesto incontri a ripetizione sulla sanità come lo sviluppo e non abbiamo avuto nessuna risposta». «Emiliano forse non sa che non siamo all’anno zero - incalza il segretario della Uil -, quindi bisogna prima valutare le idee e poi calibrarle nella realtà. Perchè la direzione di marcia è tracciata e i progetti sono avanzati. Non vorrei che fosse il Governo a ricorrere alla Corte Costituzionale contro la Regione che non ha poteri illimitati ma definiti e comunque da ricondurre alla legislazione nazionale. Caro Emiliano, qui c’è bisogno di mettere le risorse e di fare i passaggi che competono alla Regione, non certo di spostare la cabina di regia da Palazzo Chigi a Bari. Gli interventi sono definiti e il Governo sta anche lavorando all’accordo di programma per Taranto. Poi mi stupisce quest’annuncio di Emiliano a sette giorni di distanza dalla visita di Renzi. Ma come, viene il premier a Taranto, dice cose chiare e tu, governatore, ti costruisci una tua via? Temo - conclude Turi - che sia un’ulteriore mossa di Emiliano per aggregare consenso attorno a se, consenso solo mediatico però».
Pollice verso anche da Confindustria Taranto. «Non mi ha impressionato la legge che vuole fare Emiliano per Taranto, semmai mi ha impressionato negativamente - commenta Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto -. E’ solo un tentativo di cercare di superare il ruolo del Governo centrale e di superare anche l’Ilva immaginando che qui si possa vivere solo di turismo. Che poi tutti sono bravi a superare l’Ilva a parole, visto che il famoso piano B, di cui parla anche Emiliano, non esiste da nessuna parte. Eppoi - dice Cesareo - smettiamola col dire che Taranto non esprime progetti. Forse questo varrà per il pubblico, ma il governatore deve sapere che i privati i progetti ce li hanno ma non possono realizzarli perchè non hanno più soldi. Per l’Ilva, e quindi per lo Stato visto che c’è una gestione commissariale, si sono esposti tantissimo, facendo lavori che non sono stati pagati. Siamo fuori di 200 milioni come imprese di Taranto - rammenta Cesareo - e stiamo cercando, con l’aiuto del Governo, di rientrare. E così il vice ministro Bellanova si sta impegnando per farci accedere al fondo di garanzia, stiamo vedendo di recuperare l’Iva attraverso la circolare di Assonime per le aziende strategiche in pre-default, rendendola possibile anche per l’Ilva senza farla partire dal 2017, infine il ministro Calenda ci ha prospettato la possibilità di una cartolarizzazione dei crediti, operazione che vedremmo favorevolmente».
In difesa di Emiliano e dell’annunciata legge, si schiera invece Liviano, designato coordinatore del tavolo tecnico. La legge, afferma, focalizzerà gli «aspetti territoriali specifici» nella pianificazione regionale (piano turismo e cultura, piano trasporti, acqua, salute, rifiuti) e proporrà azioni altrettanto specifiche. Anche per non lasciare le strategie regionali, evidenzia Liviano, «ai soli effetti della programmazione del Contratto istituzionale di sviluppo». Che è gestito da Palazzo Chigi.
Legge speciale per Taranto?

Domenica 07 Agosto 2016, 10:54