Toti Bellone
«Vino, olio, grano e pesce. Sono i quattro pilastri su cui si fonda l’enogastronomia di Puglia e Basilicata. E noi dobbiamo promuoverli, così come devono fare le istituzioni per l’intero settore agro-alimentare. Perché non si fa politica solo quando si va a votare, ma anche quando si va a fare la spesa e la gente vuole e deve sapere cosa e quanto costa quel che compra». Tanto ha sottolineato il direttore de «La Gazzetta del Mezzogiorno», Giuseppe De Tomaso, ieri sera nella sala conferenze dell’Acaya Golf Club, in occasione della presentazione dell’edizione 2016-2017 della «Guida del Buon Gusto» delle due regioni che costituiscono l’area di maggiore diffusione e penetrazione del nostro giornale quotidiano. «La nostra non è una terra propriamente fertile - ha aggiunto De Tomaso -, ma il “popolo delle formiche” di cui parla lo scrittore Tommaso Fiore, l’ha resa tale col lavoro, ed oggi la Puglia ed il Salento in particolare, sono una sorta di “paradiso terrestre”.
La «Guida» è giunta alla sua terza edizione, migliorata nella grafica - a cominciare dall’elegante copertina - e soprattutto nella quantità e qualità di ricette, indicazioni, considerazioni. «Prima che commerciale, il libro è un prodotto culturale - ha spiegato il direttore generale della Edisud editrice de “La Gazzetta”, Franco Capparelli -. Per altro, quest’anno ci sono nuovi inserzionisti, ed oltre che on line ed in allegato col giornale, l’edizione cartacea sarà possibile trovarla in tutta Italia, a cominciare dalle dieci maggiori citta: da Roma a Milano, da Torino a Bologna».
La «Guida» si compone di 50 ricette inedite, circa 200 vini pugliesi e 70 lucani, nonché di 20 birre artigianali. «Siamo stati i primi ad introdurre le birre artigianali sin dall’edzione numero uno», ha ricordato con orgoglio la collega Antonella Millarte, che è anche la curatrice dell’opera.
Ma ha anche tenuto a sottolineare che: «Non è la mia “guida del buon gusto”, bensì la “Guida” di tutta “La Gazzetta del Mezzogiorno”. È un lavoro corale, reso possibile dai colleghi, dai fotografi, dai tecnici, dagli amici del settore pubblicitario, la concessionaria “Mediterranea”».
Il filo conduttore della nuova «Guida» è il pesce azzurro, quello che si pesca nell’Adriatico pugliese, ma anche nello Jonio e nel Tirreno, dalle parti di Maratea. Buona parte delle ricette è a base di questo tipo di pesce. Ricette di eccellenza, ma anche economiche, e dunque alla portata di tutte le tasche. Le proposte culinarie sono delle dieci scuole alberghiere selezionate in Puglia e Basilicata. Dalla «Columella» di Lecce all’Ipsoa di Otranto, passando per la «Salvemini» di Fasano, la «Morante» di Crispiano e la «Perrone» di Castellaneta.
Assieme alla gastronomia, nella «Guida», grande risalto è dato ovviamente a vini ed oli, mai troppo pubblicizzati. Non a caso, a tal proposito, il direttore De Tomaso ha ricordato che «un buon olio fa bene alle arterie, ma uno cattivo le tappa». Ed ancora, che «al pari del vino, l’olio pugliese deve essere adeguatamente valorizzato, anche promuovendo nei locali la carta degli oli così come esiste già quella dei vini».
Da parte sua, infine, il presidente dell’associazione enologi di Puglia, Basilicata e Calabria, Massimiliano Apollonio, ha auspicato che presto l’enologia si possa insegnare nelle scuole «dove nessuno studente ha mai visitato una cantina vinicola».
La «Guida al Buon Gusto 2016-2017», apprezzata ieri anche dall’assessore del Comune di Lecce, Gaetano Messuti, consta di 256 pagine a colori ed è in edicola a 5 euro e 50 centesimi. È disponibile anche on line su www.lagazzettadelmezzogiorno.it.