(Roberto Buonavoglia)
TRANI - Forse il disastro ferroviario che ha provocato in Puglia 23 morti e 50 feriti è dipeso da una dimenticanza, da una fatalità. Il fatto di avere due treni fermi in stazione, ad Andria, avrebbe indotto - secondo le indagini della polizia - ad un automatismo il capostazione andriese, Vito Piccarreta, che ha ammesso davanti ai pm di aver alzato la paletta e acceso il semaforo verde per far partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con l'ET1016. Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato non doveva però partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione, ma del quale forse si era dimenticato.
Piccarreta, quindi, dopo l’arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l'ET1642), avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli, il primo verso Corato, l’altro verso Barletta. Questo alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell'ora nessuno dei due capistazione sapeva che c'era già stata la strage. Le indagini di Squadra mobile e Polfer, coordinati dal procuratore Francesco Giannella, si intrecciano con quello che ha detto in sei ore di interrogatorio dinanzi ai pm di Trani lo stesso capostazione di Andria. «C'è un insieme di concause, un insieme di fatalità che hanno provocato il disastro», prova a frenare il difensore di Piccarreta, Leonardo De Cesare.
Il legale conferma che il suo assistito sta collaborando alle indagini, ma ha negato di aver alterato con una correzione a penna il registro cartaceo di partenza del treno da Andria scrivendo l’orario 10:59, al posto di un altro che è ora illeggibile. Tuttavia, ha spiegato il capostazione, il treno è partito alle 10:59, e se l’orario che era stato apposto in precedenza da Piccarreta non era quello esatto ciò è dovuto al fatto che nei registri di viaggio dei capistazione gli orari non erano poi annotati alla precisione. E’ probabile, quindi, che la correzione a penna non sia così determinate ai fini investigativi. Durante l’interrogatorio, Piccarreta avrebbe spiegato le situazione di stress lavorativo (deve badare ai treni in arrivo, in partenza, ai semafori e ai passaggi a livello) e avrebbe parlato anche della centrale operativa di Ferrotramviaria a Bari che avrebbe potuto accorgersi che due treni si stavano per scontrare, ma non si è accorta di nulla.
Si è difeso a tutto campo, invece, il capostazione di Corato, Alessio Porcelli. «Il collega di Andria - ha detto durante l'interrogatorio - non mi ha avvisato che aveva dato la partenza al convoglio» che si è poi scontrato con il treno proveniente da Corato. Porcelli, assistito dal difensore Roberto Chiusolo, ha detto che Piccarreta sapeva che da Corato erano in arrivo due treni. Ha spiegato di aver chiamato alle 10.50 Piccarreta e di averlo avvisato che era in partenza l’ET1642, il primo dei due treni provenienti da Corato. Il convoglio - secondo Porcelli - parte alle 10.51 e arriva ad Andria alle 10.59, con 23 minuti di ritardo a causa di lavori in corso sulla linea. Alle 10.59 il capostazione di Andria chiama il collega di Corato e lo avvisa che l’ET1642 è arrivato e gli chiede di far partire l’ET1016, che parte. Subito dopo, però, forse per il solo fatto di vedere due treni fermi in stazione, dà il via libera al treno diretto verso Corato. Dopo sette muniti si verifica lo scontro. Sono le 11.06.
FINITO INTERROGATORIO DEL CAPOSTAZIONE ANCHE DI CORATO - E’ terminato poco fa l'interrogatorio di Alessio Porcelli, il capostazione di Corato che risulta tra i sei indagati per il disastro ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio in cui sono morte 23 persone. Porcelli, per meno di due ore, ha risposto alle domande dei pm tranesi e ha spiegato di non aver alcuna responsabilità nella tragedia. A quanto viene riferito dal difensore di Porcelli, avv. Massimo Chiusolo, i verbali di interrogatorio sono stati secretati dalla Procura. «Il mio assistito ha spiegato in dettaglio ogni particolare, ha risposto a tutte le domande», si è limitato a dire Chiusolo. I pm non hanno ritenuto di riconvocare in Procura per un nuovo interrogatorio o per un confronto con Porcelli il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, interrogato oggi per oltre sei ore.
MINISTRO LORENZIN A BARI - Il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha fatto visita ai feriti ricoverati al Policlinico di Bari, sopravvissuti all’incidente ferroviario. Tra loro c'è anche il capotreno Nicola Lorizzo. Agli stessi feriti, nei giorni scorsi, aveva ha fatto visita il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il ministro Lorenzin è a Bari per partecipare a un convegno. «Li ho trovati tonici» ha commentato il ministro riferendosi alle condizioni dei feriti, aggiungendo che tutti i pazienti hanno ringraziato, come ha fatto lei stessa, il personale del Policlinico.
Il ministro ha aggiunto che i pazienti stanno reagendo in modo «positivo al trauma» e che ora occorrerà concentrarsi sull'aspetto «psicologico». «Li ho trovati bene - ha aggiunto - in una fase di recupero». «Li ho trovati combattivi, positivi - ha proseguito - anche la ragazza che è in una situazione un pò più complessa. Ovviamente sono persone che hanno avuto uno choc terrificante e che cercano di farsene una ragione, di guardare avanti e di superare la malattia».
«Sono commossa - ha proseguito il ministro - perché è sempre così quando si incontrano i malati. E incontrare questi malati è particolarmente commovente». «Sono felice soprattutto per loro" ha aggiunto sottolineando che «evidentemente c'è una tragedia rispetto a chi non c'è più». «Vedere persone guarire dopo un incidente del genere è un fatto molto positivo» ha sottolineato. E alla domanda dei giornalisti se i feriti le avessero chiesto qualcosa in particolare, Lorenzin ha risposto che «una signora si lamentava del romanzo che stava leggendo, quindi gliene manderò uno un pò più allegro».
«C'è stata una capacità di intervento del sistema sanitario pugliese veramente ottima. E poi una grande capacità di reazione dei cittadini: le sacche di sangue raccolte in 24 ore sono state la risposta più umana e più bella a una tragedia di questo tipo» ha anche detto il ministro. Lorenzin si è complimentata con «lo straordinario personale sanitario che ha lavorato sotto stress benissimo». E ha sottolineato la «capacità di identificazione dei corpi fatta in così breve tempo e in maniera così precisa». "Sono qui - ha concluso - anche per ringraziare tutti gli operatori, la Croce rossa, i volontari, tutti coloro che hanno lavorato con un grande spirito di equipe».