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Asl Taranto su emissioni Ilva
«Effetti a lungo termine»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Ilva taranto

Lunedì 11 Luglio 2016, 14:50

20:03

TARANTO - «Dal mese di ottobre 2012 ad oggi, anche in relazione al rallentamento della produzione dello stabilimento siderurgico Ilva, si è assistito a una riduzione della concentrazione di polveri sottili e di Benzo(a)pirene, persino nelle aree adiacenti allo stabilimento industriale», ma «le pregresse esposizioni determineranno i loro effetti a lungo termine sulla salute dei cittadini anche negli anni a venire».

Lo sottolineano in una nota il responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto, Michele Conversano, e il direttore della Struttura complessa di Statistica, Sante Minerba, precisando i termini delle dichiarazioni rese dal direttore generale Stefano Rossi in sede di audizione parlamentare sulla cessione del gruppo Ilva. Il manager aveva affermato che allo stato attuale l’aria di Taranto sarebbe migliore di quella di molte città del nord Italia. Dichiarazione che il presidente dell’Ordine dei medici Cosimo Nume e la pediatra Annamaria Moschetti hanno giudicato «non corretta dal punto di vista scientifico» e addirittura «fuorviante se resa nella sede delle decisioni politiche» perché «le polveri riscontrabili in atmosfera a Taranto - hanno chiarito - sono qualitativamente differenti e pertanto non paragonabili a quelle di altre realtà italiane così come riportato nello studio Sentieri».

In merito alle concentrazioni di metalli pesanti come Arsenico (As), Cadmio (Cd), Nichel (Ni) e Piombo (Pb), che «sono parte integrante del particolato in sospensione atmosferica, ovvero del PM10, opportunamente questa Asl - fanno presente Conversano e Minerba - sta valutando approfonditamente gli effetti in termini di salute sulla popolazione tarantina. In tal senso sono stati avviati, infatti, numerosi progetti di biomonitoraggio in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, per indagare la relazione tra l’assorbimento di questi elementi nei cittadini di Taranto e patologie come i disturbi dell’età evolutiva e l’endometriosi».

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