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Post Brexit, gli effetti
sulle imprese pugliesi
A rischio oltre 204 mln

 
Rita Schena

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Rita Schena

artigianato

Venerdì 24 Giugno 2016, 12:20

17:30

BARI - «Sono quasi 12mila i pugliesi che oggi vivono in Gran Bretagna e il Regno Unito è al settimo posto tra i partner della Puglia per le esportazioni, più di 369 milioni il valore dell’export pugliese verso questo Paese. Oggi, dopo Brexit, non sappiamo più quale sarà il futuro di queste relazioni né come vivranno lì i nostri connazionali e soprattutto i nostri giovani». Lo rileva l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Loredana Capone - è detto in una nota della Regione - a margine di un incontro a Londra con circa 50 imprenditori e manager di origine pugliese e otto rappresentati di istituzioni ed enti italiani nel Regno Unito.

«C'è grande preoccupazione tra i pugliesi che vivono in Gran Bretagna - aggiunge Capone - per l’uscita dall’Unione europea. Da cittadini europei adesso si sentono apolidi: né italiani, né inglesi, né europei. Abbiamo incontrato una rappresentanza di essi a Londra, imprenditori e manager provenienti soprattutto dal settore bancario e finanziario». «Mentre scoprivano una Puglia per loro inedita che oggi offre tante opportunità per chi vuole investire - insiste Capone - mostravano apprensione rispetto all’esito del referendum e per come sarebbero stati trattati nel tempo restando lì. I pugliesi che risiedono nel Regno Unito da oggi si sentono diversi. Nel nostro incontro di networking a Londra si avvertiva in pieno il senso di precarietà e di incertezza per il futuro».

«Un problema che ci poniamo anche noi - conclude - alla vigilia di un’altra importante missione per l’attrazione degli investimenti in Puglia, la partecipazione al Farnborough International Airshow, la più importante manifestazione internazionale dedicata all’aerospazio, che si svolgerà a Farnborough (nel Regno Unito) dall’11 al 17 luglio 2016. Noi che promuoviamo i settori di punta della Puglia in tutto il mondo, Gran Bretagna inclusa, oggi non possiamo non interrogarci su quale sarà il prosieguo delle relazioni con questo Paese». 

EMILIANO: L'EUROPA DEVE DIVENTARE UNIONE POLITICA - «La Gran Bretagna ha vinto una guerra mondiale per tenersi unita all’Europa. Oggi, con un voto convocato in maniera sconsiderata da un leader in crisi che pensava attraverso il referendum di rafforzare la propria leadership, se n'è andata». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano in diretta su La7 a "L'Aria che tira". «Mi auguro che la Scozia e l’Irlanda abbiano la forza di raccontare al resto degli inglesi quanto invece è stata importante l’Unione Europea. Bisogna però anche dire - aggiunge Emiliano - che il carrozzone europeo, così come è fatto, è impresentabile e ha determinato una reazione popolare, sicuramente irrazionale, ma che avremmo potuto evitare facendo un lavoro più coerente con i fini dell’Unione europea. L'Unione Europea deve diventare un’unione politica. E sinceramente per arrivare a questo passaggio nessuno lavora: sono tutti interessati - conclude il governatore - ad avere vantaggi economico-finanziari con un ruolo nell’Ue, ma nessuno lavora a costruire un’unità politica che crei un vero popolo europeo».

COLDIRETTI PUGLIA: FUTURO A TINTE FOSCHE PER EXPORT - «Futuro a tinte fosche per l’export del settore agroalimentare pugliese verso l’isola britannica, dopo la vittoria dei 'leavè». Lo spiega la Coldiretti Puglia in una nota. La Puglia rappresenta circa il 3 percento delle esportazioni complessive italiane in Gran Bretagna. «La decisione del popolo britannico - secondo il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - rimette in discussione l'andamento degli scambi commerciali pugliesi verso il Paese da oggi 'extracomunitariò che valgono circa 93 milioni di euro, perché saranno da rivedere dazi, regole, svalutazione della sterlina». Il valore delle esportazioni del settore agroalimentare pugliese segnano una crescita del 10,5% su base annua sotto la spinta dell’ortofrutta barese. Prodotti lattiero caseari, ortofrutta e vino sono i prodotti alimentari Made in Italy maggiormente richiesti. La bilancia commerciale agroalimentare - continua la Coldiretti - è dunque fortemente sbilanciata a favore dell’Italia con le esportazioni che superano di 4,6 volte le importazioni.

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