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Puglia, legge sulle lobby
Così stop a influenze illecite

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Regione Puglia, in bilancio  spunta la spending review

On oline l'agenda del presidente e dei consiglieri, un albo dei «mediatori»

Sabato 11 Giugno 2016, 12:00

BARI - Gli incontri con i portatori di interessi, che siano rappresentanti delle imprese o anche solo delle associazioni di categoria, sono sempre leciti. Ma dovranno essere resi trasparenti e, soprattutto, tracciabili: chiunque potrà controllare on-line, ad esempio, gli appuntamenti del presidente della Regione e dei consiglieri che non abbiano carattere politico riservato. Michele Emiliano lo aveva detto in campagna elettorale e lo ha ribadito poco più di un mese fa, dopo l’indagine di Potenza che ha fatto emergere l’influenza di un gruppo di pressione sulle norme dello Sblocca Italia in materia di energia: «Serve - aveva annunciato - una legge sulle lobby per evitare commistioni tra politica, imprese e istituzioni. Noi in Puglia la faremo, ma sarebbe utilissima anche a livello nazionale».
Quella proposta di legge regionale è pronta, e dovrebbe essere approvata nella giunta di martedì. Ci ha lavorato la consigliera per l’attuazione del programma, Titti De Simone, che era pronta a riferirne all’esecutivo già martedì scorso nella seduta svolta a margine del Consiglio regionale. La discussione non c’è stata perché Emiliano ha chiesto prima di mettere il testo in consultazione con la struttura regionale e gli assessori. Il presidente ha raccomandato, in questa fase, massima discrezione sull’iniziativa, anche per evitare «colpi di coda» da parte dei soggetti che vorrebbe regolamentare.
Il punto centrale è la prevenzione del cosiddetto traffico di influenze illecite, reato recentemente introdotto nel codice penale e ipotizzato, non a caso, nel petroliogate di Potenza: le pressioni sull’allora ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, portarono secondo l’accusa all’approvazione di una norma ad hoc per i petrolieri. Si tratta di una sorta di pre-corruzione, quella commessa dal mediatore: il lobbista che promette a qualcuno soldi o favori (soldi non suoi, ma del soggetto che lui rappresenta) in cambio di una delibera, di un atto amministrativo, o anche di una legge ad-hoc.
L’attività delle lobby è un tema molto delicato. Le cronache giudiziarie degli ultimi anni sono pieni di esempi che riguardano la Puglia. I casi più clamorosi riguardano la sanità. Ma episodi meno noti, e non meno preoccupanti, si sono registrati ad esempio nel settore delle energie rinnovabili, vera miniera dei primi anni Duemila. Ci sono svariati esempi di funzionari e dirigenti che hanno ottenuto favori per sé e per i figli in cambio di una corsia preferenziale per le autorizzazioni.
Per questo la Regione vorrebbe introdurre anche un «registro» dei portatori di interesse, sulla scorta di quello esistente in molti ordinamenti anglosassoni: il lobbista che frequenta gli uffici regionali, piuttosto che l’aula del Consiglio, dovrà rendersi riconoscibile con un cartellino. E soprattutto, dovrà lasciare traccia del proprio passaggio, in modo che sia possibile sapere, per esempio, che il rappresentante dei produttori di pentole ha incontrato l’assessore alle cucine.
Sarà interessante osservare la reazione della politica e della burocrazia regionale. Servirà una buona dose di coraggio e anche di trasparenza, perché - teoricamente - dovranno essere resi noti anche gli incontri che si svolgono fuori dalla sede e oltre gli orari di ufficio. Emiliano, però, ci crede. E con i suoi collaboratori più stretti ha chiesto rapidità: «Ci arriveremo prima di Renzi, che pure aveva annunciato una legge sulle lobby. Dimostreremo che noi manteniamo le promesse».

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