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Ecoreati, boom di sequestri in Puglia inquinamento

 
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Legambiente: «Nessuno meglio in Italia con i nuovi articoli del codice penale» I nuovi strumenti normativi

Domenica 22 Maggio 2016, 09:43

10:31

La Puglia è in vetta alla speciale graduatoria nazionale per numero di sequestri effettuati (28) dall'entrata in vigore della legge 68 del 29 maggio 2015, che ha introdotto nel Codice penale i delitti ambientali in sei nuove fattispecie. Otto mesi di attività delle forze dell’ordine hanno portato alla luce, nella nostra regione, 62 ecoreati, in conformità con il nuovo quadro normativo, dal quale sono scaturite 79 denunce. Il quadro riepilogativo italiano è di 947 reati ambientali accertati - tra delitti e reati contravvenzionali - 1.185 persone denunciate e 229 beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale.

Particolarmente significativo, vista la complessità delle indagini e la brevità del periodo considerato, è il dato relativo ai casi di applicazione del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 bis), che sono stati ben 118, con la denuncia di 156 persone e 50 sequestri, per un valore di oltre 10,6 milioni di euro. Da sottolineare anche le 30 contestazioni di disastro ambientale (art. 452 quater), con la denuncia di 45 soggetti, gli 11 casi di impedimento al controllo (art. 452 septies), i 12 casi di delitti colposi (art. 452 quinques) e le 2 ipotesi di delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 ter).

«La legge sugli ecoreati - ha commentato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, intervenendo a un’iniziativa di approfondimento con esperti della materia, magistrati e tecnici che si è tenuta a Brindisi - ha portato nuovi strumenti a chi combatte l'illegalità ambientale e comincia a dare i suoi frutti. Sono i numeri a dirlo: reati contestati, beni sequestrati e persone denunciate dimostrano che con l'entrata in vigore della legge si è determinato l'avvio di una nuova stagione per il contrasto delle ecomafie e della criminalità ambientale. Questo avviene grazie all'istituzione di nuovi delitti specifici da contestare mentre fino a ieri magistrati e forze dell'ordine dovevano solo ricorrere ad articoli previsti per tutt'altro, a partire dal getto pericoloso di cose. Sono fondamentali anche il raddoppio dei tempi di prescrizione, la responsabilità penale delle imprese, le tecniche investigative più efficaci come le intercettazioni e limiti di pena adeguati».

«I risultati dei primi 8 mesi di applicazione della nuova legge sugli ecoreati, fortemente voluta dalla nostra associazione, stanno dimostrando tutta l'efficacia del nuovo sistema sanzionatorio - afferma Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - Per rendere ancora più efficace il contrasto agli ecocriminali è ora fondamentale attivare una grande opera di formazione per tutti gli attori della repressione dei reati ambientali, a partire dai magistrati e dalle forze dell'ordine, procedere rapidamente alla costituzione di una grande polizia ambientale partendo dalle migliori esperienze maturate dall'Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato, e approvare una norma per snellire le procedure per abbattere le costruzioni abusive».

La legge sugli ecoreati ha fornito un valido strumento operativo alle forze dell'ordine e all'autorità giudiziaria per poter fermare gli eco criminali. Le novità importanti di questa legge sono diverse. I cinque nuovi ecoreati del codice penale sono: inquinamento, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, impedimento del controllo e omessa bonifica. Le pene sono molto importanti: si va dalla reclusione da 2 a 6 anni per il delitto di inquinamento a quella da 5 a 15 anni per chi commette un disastro ambientale. I tempi di prescrizione raddoppiano, è prevista una lunga serie di aggravanti, tra cui quelle per lesione, morte, ecomafia e corruzione, e si possono eseguire le confische dei beni (anche per equivalente) in caso di condanna. La legge prevede anche sconti di pena per chi si adopera a bonificare in tempi certi (questo accelererà inevitabilmente il processo di risanamento in Italia) e un sistema di estinzione amministrativa dei reati minori se vengono rispettate in tempi certi le prescrizioni dettate dagli organi di controllo come l’Arpa. Sono previste anche sanzioni severe come la responsabilità giuridica delle imprese. Si tratta di nuovi delitti che non sostituiscono o abrogano le leggi precedenti (continuano a esistere i reati contravvenzionali), così come il nuovo disastro ambientale si aggiunge al vecchio disastro innominato (art. 434 del codice penale), utilizzato dai magistrati prima dell’approvazione della legge sugli ecoreati.

Era dal 1994 che Legambiente perorava la necessità di introdurre nel codice penale reati propriamente ambientali. «Con l’entrata in vigore di questi nuovi articoli di legge si premiano - commentano da Legambiente - la società civile e l’interesse collettivo, che va posto al centro dell’azione politica.

I 21 anni di lavoro di Legambiente per far approvare la legge dal Parlamento italiano sono raccontati nerl libro «Ecogiustizia è fatta - Storia di una lunga marcia contro l’ecomafia in nome del popolo inquinato», a cura di Enrico Fontana, Stefano Ciafani e Peppe Ruggiero, con la prefazione di Roberto Saviano.

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