BARI - Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato a maggioranza, con 25 voti a favore, 11 contrari e 6 astenuti, il disegno di legge che disciplina il trasferimento alla Regione, ai Comuni e alla Città Metropolitana di Bari delle funzioni amministrative fin qui delegate, conferite o comunque esercitate, dalle Province.
Sono trasferite alla Regione le funzioni in materia di valorizzazione dei beni culturali, biblioteche, musei e pinacoteche, ad eccezione di quelle attribuite alla Città metropolitana di Bari; quelle di controllo e vigilanza ambientale, come richiesto dal sindaco metropolitano Antonio Decaro; turismo; formazione professionale, su proposta del governo regionale; trasporto e assistenza scolastica agli studenti disabili delle scuole superiori e assistenza specialistica per l’integrazione scolastica degli alunni audiolesi e videolesi. Con il provvedimento prosegue inoltre la ricollocazione del personale dichiarato in sovrannumero dalle Province, a completamento del processo di riordino delle funzioni non fondamentali delle stesse. E si stabilisce che la restante capacità assunzionale dell’ente sia utilizzata per ricollocare nell’organico della Regione il personale delle biblioteche e dei musei provinciali, nonché gli addetti alla funzione del turismo.
Intervenendo in Aula al termine della discussione generale il vicepresidente della Giunta ed assessore al Personale, Antonio Nunziante, ha ricordato «il grande sforzo di concertazione e le proposte accolte per spirito di leale collaborazione. Credo non si debba parlare tanto di maggioranza o minoranza perché siamo tutti impegnati nel dare dignità ai dipendenti e rispetto ai servizi erogati al cittadino». Nel ribadire lo sforzo fatto sul personale, Nunziante ha infine spiegato che «le capacità assunzionali 2015-2016 sono pari a circa 6,2 milioni di euro, una cifra che consente di assorbire 215 unità. Dopodiché, secondo il cronoprogramma della Giunta, si procederà nel 2017 e 2018 all’assunzione dei vincitori del concorso Ripam e successivamente alle stabilizzazioni».
Giudizi diversi, nonostante alcuni emendamenti condivisi, tra la maggioranza di centrosinistra e le opposizioni di centrodestra e del Movimento 5 stelle, sull'approvazione del disegno di legge che disciplina il trasferimento delle funzioni amministrative fin qui delegate, conferite o comunque esercitate dalle Province.
Positivo il giudizio del presidente del gruppo Pd, Michele Mazzarano: «Abbiamo fatto la nostra parte nonostante i limiti dati dalla disponibilità finanziaria. Con questa legge abbiamo dato serenità a molti dipendenti delle ex Province e questo ci consente anche di poter interloquire con il Governo nazionale proprio perché abbiamo fatto la nostra parte». «Una risposta definitiva - ha aggiunto il Presidente del gruppo Area Popolare,
Giovanni De Leonardis - a persone e famiglie da troppo tempo sospese nel limbo e nell’incertezza, a rischio mobilità e trasferimento e con possibile aggiunta della beffa – la perdita di esperienza e professionalità preziose - al danno derivante dagli inevitabili disagi legati a un forzato cambiamento di vita». Critico il capogruppo di Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo, sulla copertura di spesa del provvedimento che "non può essere aleatoria e non può legarsi all’eventualità, a fronte di compiti che vengono affidati ai Comuni o vengono affidati ad altri soggetti o avocati a sé dalla Regione».
Di incertezze parla anche il consigliere di forza Italia, Nino Marmo, «segnalando almeno tre anomalie: l’aleatorietà delle dotazioni finanziarie con cui sostenere in futuro il personale umano assorbito dalla Regione o dai Comuni; l’assenza di una norma che individui e disciplini le cosiddette competenze residuali; la legittimità in capo alla Regione di poter procedere all’alienazione dei beni immobili Provinciali in cui si svolgono attività non fondamentali».
«Un provvedimento - secondo il consigliere del Movimento 5 stelle, Grazia Di Bari - che non garantisce sicurezza a nessuno, né ai lavoratori, né ai cittadini, né ai Comuni e che determina confusione e paralisi in settori importanti, tra cui l’edilizia scolastica»