Con l’accusa di aver evaso il Fisco per 11,5 milioni di euro introducendo sul territorio nazionale 12,8 milioni di litri di olio lubrificante, poi venduto ad aziende di trasporto come gasolio per autotrazione, 27 persone sono state raggiunte da misura cautelare personale (19 arrestate, 8 sottoposte a obblighi o divieti di dimora) dalla Guardia di Finanza di Trani su disposizione della magistratura tranese. Gli arresti interessano anche cittadini stranieri e sono in corso in collaborazione con la polizia polacca. Perquisizioni e sequestri interessano oltre 50 società. A 20 persone sono stati sequestrati beni per 14 milioni di euro.
I reati contestati a vario titolo sono riciclaggio di danaro proveniente dall’illecita commercializzazione, evasione fiscale, truffa ai danni dello Stato, impiego di danaro di provenienza illecita, frode nell’esercizio del commercio e utilizzo di documenti falsi di copertura dei carichi illeciti. I fatti contestati fanno riferimento al periodo compreso tra settembre 2014 e ottobre 2015. Agli indagati, tra cui vi sono pugliesi e campani, si contesta un’evasione fiscale (Accise e Iva) di circa 11,5 milioni di euro circa e un illecito profitto derivante dalla vendita di olio lubrificante offerto come gasolio per oltre 2,5 milioni. Tra i beni sequestrati vi sono 16 società: 7 italiane, 3 tedesche, una inglese, due polacche e una ceca. Altre 47 persone, oltre alle 27 colpite dalle misure cautelari, sono indagate a piede libero. Le indagini della procura di Trani, coordinate dal procuratore Carlo Maria Capristo e dal pm Alessandro Pesce, hanno accertato che gli acquirenti erano ignari di comprare un prodotto diverso dal gasolio, ma lo hanno fatto spinti da un prezzo vantaggioso offerto loro da compiacenti distributori di carburante.
La vendita illecita di olio lubrificante spacciato per gasolio per autotrazione - secondo la Procura di Trani - ha «di fatto alterato la concorrenza turbando il sistema economico nazionale, ma verosimilmente europeo perché è assai probabile che i soggetti esteri agiscano nello stesso modo anche in altri Paesi dell’Ue». «Sul piano della concorrenza - è scritto negli atti giudiziari - si registra una disarticolazione delle regole del mercato mediante meccanismi truffaldini che rendono impari il confronto tra coloro che possono disporre di un prodotto petrolifero di qualità e costo inferiore (ma venduto allo stesso prezzo del prodotto genuino) e coloro che vendono gasolio per autotrazione rispettando le regole del mercato, dell’imposizione fiscale e del consumo, con ricavi nettamente inferiori». Gli indagati - secondo l’accusa - facevano parte di una filiera criminale composta da due comparti (nazionale ed estero).
Le indagini della Gdf di Trani sono partite dopo il sequestro, a novembre del 2014, di 80.000 litri di “olio lubrificante” destinato quale gasolio per autotrazione, a ditte coratine e baresi. I militari hanno ricostruito l'intera filiera individuando una vera e propria “azienda commerciale” che si avvaleva di un’area produttiva (tra la Polonia e la Germania), con una specie di “ufficio export” (in Polonia) che piazzava il prodotto in tutto il territorio nazionale avvalendosi di veri e propri “procacciatori d’affari” italiani.
La frode era alquanto articolata: per il tramite di fabbriche di prodotti energetici in Polonia l’associazione criminale era riuscita a predisporre una miscela energetica che fiscalmente, e quindi documentalmente, era assimilabile all’olio lubrificante (prodotto non sottoposto ad accisa) ma tuttavia, avendone le stesse caratteristiche energetiche (e visive), poteva ben essere commercializzato nei distributori stradali.
Per il tramite di compiacenti ditte tedesche, il prodotto veniva introdotto in Italia ove alcune ditte di autotrasporto lo utilizzavano sui propri mezzi pesanti per abbattere i costi relativi all’accisa, mentre altre società create ad hoc ovvero distributori stradali lo immettevano in consumo quale gasolio per autotrazione.
L’utilizzo di falsa documentazione fiscale e commerciale accompagnava ovviamente la commercializzazione del prodotto, e tutto questo permetteva ai singoli soggetti economici interessati alla truffa di frodare il fisco italiano nonché gli ignari automobilisti che, a fronte del prezzo pagato per acquistare gasolio, effettuavano un rifornimento di olio lubrificante.
Difatti, i vantaggi che conseguiva l’organizzazione erano duplici: per un verso, essendo le imposte che gravano sul gasolio per autotrazione assoggettate ad aliquota maggiore rispetto quella per l’olio lubrificante, versavano minori imposte; per l’altro, la commercializzazione di olio lubrificante al prezzo del gasolio (sensibilmente più elevato rispetto il primo) consentiva un margine di ricavo maggiore.