Giovanni Longo
Cala Corvino srl, proprietaria del noto villaggio turistico alle porte di Monopoli, è fallita. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Bari che ha accertato lo stato d’insolvenza della società sommersa dai debiti, circa sette milioni di euro, per la quasi totalità vantati dal fisco e da Equitalia. Fallimento, dunque, nomina di un curatore, il professor Michele Castellano, e carte alla Procura perché valuti se sono stati commessi atti penalmente rilevanti che abbiano concorso a causare il dissesto.
Diverse le ragioni che hanno indotto la quarta sezione civile del Tribunale di Bari a dire «no» alla proposta di concordato. La Cala corvino srl, di proprietà della famiglia monopolitana Muolo, aveva proposto un piano parte «in continuità aziendale», parte «liquidatorio». Per i giudici della Fallimentare la «continuità aziendale» non può fondarsi su un contratto di locazione immobiliare instaurato con la Corvino Resort che si occupa della gestione del villaggio con i bungalow dalla caratteristica a forma di cupola. «Il concordato in continuità - si legge nel provvedimento - maschera una cessione solo parziale dei beni». E poi non basta la cessione dei blocchi appartamenti e multiproprietà (valore 12,3 milioni di euro) e dell’edificio ristorante (2,1 milioni di euro), con esclusione, invece, del nucleo originale del resort (valore 9,5 milioni di euro), limitato solo all’affitto per tre anni. Una volta eseguito il concordato in questo modo, infatti, la società avrebbe potuto «beneficiare dell’effetto esdebitatorio pure in presenza di creditori non interamente soddisfatti e di conservazione del proprio patrimonio». Insomma, Cala Corvino srl avrebbe potuto liberarsi dei debiti senza soddisfare tutti i creditori e conservando per giunta una parte consistente del patrimonio.
Ma la questione più interessante sembra un’altra. Per quanto belle siano le spiagge a sud di Monopoli, il villaggio Cala Corvino, come già anticipato dalla Gazzetta, ha sponde ancora più esotiche. Tutti i beni offerti in concordato, infatti, nel gennaio 2013 sono stati trasferiti nel «Cala Corvino Trust» costituito a Cipro. Per i giudici Sergio Cassano (presidente), Valentino Lenoci, Rosanna Angarano (relatore) non basta un «verbale di incontro privo di data certa e di firme autenticate» in cui Cala Corvino srl (trust) e un avvocato, peraltro soggetto «diverso da quello indicato nell’atto costitutivo» (fiduciario) «davano atto del parere favorevole di quest’ultimo alla proposta di concordato ed alla revoca del conferimento dei beni».
Insomma, l’intero villaggio non è più di Cala Corvino srl, ma di un trust costituito a Cipro, peraltro oggi sottoposto alla «legge regolatrice del Jersey, isole del Canale». Di conseguenza i documenti nella procedura non bastano «ad assicurare l’acquisizione dei beni al concordato». È come se qualcuno avesse impegnato qualcosa che aveva deciso di vincolare senza allegare documenti idonei a provare lo svincolo. Una procedura al buio che il Tribunale ha respinto al mittente.
Ma perché Cala Corvino srl è fallita? «È la stessa ricorrente – scrivono i giudici – ad avere evidenziato nel ricorso il peso nella crisi delle scelte amministrative errate che hanno improntato gli ultimi anni della gestione. È innegabile, pertanto, che via sia stata una disfunzione nella programmazione dell’attività d’impresa, tale da portare alla cessazione dei pagamenti, che è di per sé sintomatica dello stato d’insolevenza». In prospettiva, «non può che esprimersi una prognosi negativa sulla capacità della società di attrarre credito e di continuare ad operare proficuamente sul mercato».
Cala Corvino è fallita

Insolvenza per 9 milioni di euro. Il fascicolo va alla Procura
Sabato 26 Marzo 2016, 12:15