La realtà supera le chiacchiere più o meno pacate e i rumors prudenti degli amici dell'ex governatore della Puglia, Nichi Vendola. Ieri è nato oltreoceano, in California, Tobia Antonio, il figlio - concepito con la pratica dell’utero in affitto - di Vendola e del compagno storico Ed Testa. Proprio quest’ultimo risulta essere il padre biologico del bambino.
La notizia arriva, meglio irrompe a due giorni dal «sì» sofferto al ddl Cirinnà sulle Unioni civili. Provvedimento da cui è stata stralciata proprio la stepchild adoption (letteralmente l’adozione del figliastro), dopo che molte forze politiche (anche a sinistra) avevano denunciato il rischio di «maternità surrogata».
Forse Nichi ed Ed, che non hanno mai nascosto la propria omosessualità e la grande volontà di avere un figlio, speravano in un percorso diverso della norma. Mentre adesso le cose si complicano. La coppia è «bloccata» negli Stati Uniti in attesa che i giudici californiani riconoscano la paternità di Ed, che è cittadino canadese (in entrambi i Paesi, beninteso, la pratica dell’utero in affitto è legale), dal momento che il bambino è stato partorito da una donna americana. Solo in seguito, con quella sentenza in mano, si aprirà l’eventuale capitolo italiano. Nichi Vendola, Ed e il piccolo Tobia Antonio potranno rientrare e avviare il procedimento di adozione del «configlio».
La stepchild adoption, com’è noto, non è prevista dalla legge, ma in casi particolari è stata già applicata da alcuni magistrati italiani. Per cui se dopo la sentenza californiana Ed sarà riconosciuto padre biologico del bambino, solo dopo l’eventuale ok da parte di un tribunale italiano, Nichi diverrà genitore adottivo.
Resta un’ultima curiosità: quanto è «costato» Tobia Antonio? Di certo non c’è nulla, tranne un’affermazione fatta dai due ad alcuni amici: «Un sacco di soldi». [rob. calp.]