E’ incostituzionale l’articolo 4 della legge della Regione Puglia n.47 del 2014 che estende «alle agenzie regionali, agli enti, all’Autorità di bacino e alle società in house della Regione Puglia» le norme sulla stabilizzazione del personale precario dell’ente regionale che la disciplina statale «di principio ha, invece, esclusivamente riferito all’apparato amministrativo delle Regioni ed al relativo personale». L’articolo - ha deciso la Consulta (sentenza n.37 del 2016) accogliendo il ricorso della Presidenza del Consiglio - viola l’articolo 117 della Costituzione che regola la potestà legislativa dello Stato e delle Regioni.
La Corte Costituzionale ha invece respinto «per carenza di motivazione» il ricorso di Palazzo Chigi con il quale si chiedeva di dichiarare incostituzionale anche l’articolo 2 della stessa legge pugliese che introduce disposizioni in materia di stabilizzazione del personale regionale non dirigenziale in possesso dei requisiti di legge per l’assunzione a tempo indeterminato.
In sostanza, la Consulta ha affermato che la Regione ha attuato quanto previsto dalla norma, specificando come la Presidenza del Consiglio non avesse ben chiarito il contrasto costituzionale.
Per farla breve, il Governo - che ha impugnato alla norma - non avrebbe coltivato fino alla fine il nodo che attanaglia centinaia di altre persone che hanno partecipato al concorso pubblico bandito dalla Regione e che si sono visti "superare" in blocco da numerosi precari: questi, nonostante gran parte di essi fossero stati bocciati alla prima parte delle prove, si sono ritrovati catapultati in graduatoria in posizione avanzata rispetto a quanto avevano superato gli step concorsuali, dalle preselezioni agli scritti. Il nodo è: si può affermare che chi non supera un concorso pubblico (per legge nella pubblica amministrazione di entra per concorso) possa essere miracolosamente promosso con due righe di una legge finanziaria saltando chi questa prova l'ha superata? Il dubbio resta, ma per oltre 330 persone si aprono le porte di assunzione. E agli idonei non resterà che accontentarsi di una graduatoria che si estinguerà fra tre anni.